Black Adam: La recensione del cinecomic con Dwayne Johnson

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Di Massimo Vozza

Con una media praticamente di un film l’anno (precisamente undici nel decennio trascorso dal suo debutto), il DC Extended Universe è nonostante tutto ancora vivo ma sullo stato della sua salute attuale è difficile fare una diagnosi. Quest’ultimo titolo, Black Adam, è la dimostrazione palese che non si sa bene ancora per quanto la Warner Bros. potrà proseguire con prodotti appartenenti al medesimo universo che poco sembrano andare in una direzione univoca. Accantonata (purtroppo, dal punto di vista di chi scrive) la direzione di Snyder, questo universo cinematografico sembra quasi stia prendendo tempo, in attesa di un colpo di genio risolutivo. Sicuramente ne giova il riuscire a trarre esperienza dal singolo film in quanto tale e non come un frammento di un universo maggiormente vasto (cosa che con il MCU difficilmente si riesce ormai a fare) ma davanti a Black Adam scopriamo che questa è anche un’arma a doppio taglio perché, a questo punto, tendiamo a giudicare con più severità e attenzione ciò che guardiamo sul grande schermo (scene post credit escluse). 

Purtroppo Black Adam ha punti di forza che non del tutto bilanciano quelli deboli. Funziona abbastanza bene l’azione e un’estetica che vuole richiamare Snyder ma queste sembrano però soffrire di una carenza a livello di budget che toglie un po’ di epica al lavoro fatto e finito. Vincente l’idea di aver inserito la Justice Society da subito oltre al solo Black Adam, consapevoli che tendenzialmente il pubblico preferisce le dinamiche tra membri di una medesima squadra piuttosto che il percorso solitario di un solo supereroe, peccato però che per mettere così tanta carne al fuoco si siano saltate diverse tappe che lasciano un po’ irrisolto il titolo (soprattutto nella prima metà film) e qualche forzatura qua e là. 

Anche il tentativo di mixare i toni, dal cupo tipico dei primi titoli del DCEU al quasi comico alla Shazam!, con il quale la storia delle origini dei poteri ha diversi punti in comune (e non solo, stando alle opere cartacee, ma è da vedere come evolverà), funziona ma un mal bilanciamento dei due a volte tende a saltare all’occhio.

A incarnare con convinzione questo contrasto è Dwayne Johnson, spesso protagonista di film adrenalinici e comici, anche al tempo stesso, nel ruolo del protagonista, qui nella sua versione più antieroica e meno villain in assoluto rispetto ai fumetti originari, affiancato da un cast che nell’insieme funziona seppur poteva essere sfruttato meglio e magari pure in altri film del filone DC, come ad esempio il Doctor Fate di Pierce Brosnan.

Black Adam insomma funziona egregiamente come passatempo, un’opera di intrattenimento da guardare nell’attesa di qualcosa di meglio che davvero riesca a dare una visione del futuro di questo universo cinematografico esteso.

Black Adam debutta nelle sale italiane con Warner Bros. a partire da giovedì 20 ottobre

VOTO: ★★★


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