Di Daniele Ambrosini
Se c’è un motivo per cui essere elettrizzati per la stagione dei premi in corso, questo è la totale assenza di certezze. Fino a questo momento, infatti, i film acclamati dalla critica che hanno acquistato un forte Oscar buzz sono numerosi, ma nessuno di questi è emerso come il vero e proprio frontrunner di questa annata, ciò significa che tutto può ancora succedere. Potremmo assistere alla prima vittoria dell’Oscar al miglior film di Netflix, o, chissà, i pronostici su Joker potrebbero ribaltarsi grazie al supporto degli attori, il branch più numeroso dell’Academy, tuttavia l’impressione è che i titoli che finiranno per catalizzare l’attenzione dei vari circoli della critica e delle varie cerimonie di premiazione potrebbero essere due: Jojo Rabbit e 1917.
Il film di Taika Waititi ha vinto il premio del pubblico all’ultimo Festival di Toronto, un riconoscimento che negli ultimi 11 anni è andato allo stesso film vincitore dell’Oscar al miglior film in 4 diverse occasioni e che in 10 casi si è trasformato in una candidatura nella categoria. Storicamente il premio è conteso tra molti dei principali contendenti della stagione e, trattandosi di un premio popolare, ad emergere è spesso l’opzione più conciliante, ovvero quel film in grado di mettere d’accordo un pubblico variegato ed eterogeneo. Una situazione che poi, seppure in scala diversa, si ripete ogni anno anche agli Oscar, dove vige il sistema di voto preferenziale per decretare il vincitore della categoria principale, un sistema di voto che tende a favorire il compromesso, ovvero i film più popolari e concilianti. L’esempio più eclatante in questo senso è Green Book, lo scorso anno vincitore sia del premio del pubblico a Toronto che l’Oscar al miglior film.
Pur non essendo un film amato dalla critica quanto lo era Roma, per esempio, Green Book, che adottava un approccio soft e un punto di vista molto “bianco” sulla questione razziale, è riuscito a sopravvivere alle polemiche perché aveva dalla sua parte il pubblico generalista grazie alla sua natura leggera ed estremamente popolare. Quest’anno Jojo Rabbit potrebbe inserirsi nello stesso solco del film di Peter Farrelly, avendo già affrontato una certa dose di polemiche inconcludenti sul suo approccio alla narrazione legata alla Seconda Guerra Mondiale ed essendone uscito illeso, ed essendo, per l’appunto, un film leggero e popolare che parlerà molto bene al pubblico generalista e al quale basterebbe essere la seconda o terza scelta della maggior parte dei giurati dell’Academy per strappare la vittoria.
Tutto ciò basta a fare di Jojo Rabbit il favorito della stagione? Ovviamente no, ma è sufficiente per renderlo un film da tenere d’occhio nel corso dei prossimi mesi. E allora qual è il titolo da battere? Il vero frontrunner in un’annata così piena, competitiva e incerta, potrebbe essere un film arrivato tardi nella discussione Oscar. Quest’anno ben quattro film rilevanti in chiave Oscar usciranno nei cinema americani a fine dicembre, ciò significa che hanno saltato a piè pari la trafila festivaliera e che sono stati visionati dalla stampa solo nell’ultimo periodo. Solitamente questo sarebbe considerato uno svantaggio, poiché altri film hanno avuto più tempo per insinuarsi nella memoria degli spettatori e per costruire una campagna basata anche sul riscontro di critica e pubblico, ma in un anno del genere, forse, essere il film più discusso del periodo e più fresco nella mente dei votanti potrebbe essere un vantaggio non da poco, soprattutto se a questo si aggiungono lodi unanimi.
I quattro film ad arrivare in sala a Natale saranno Cats, Bombshell, Piccole Donne e 1917. Se il primo non ha reali possibilità se non nelle categorie tecniche, soprattutto perché non essendo ancora stato completato non ha inviato screener a nessuna associazione cinematografica, il secondo ha ottenuto buoni consensi per le sue interpreti, ma non sembra essere abbastanza forte da ottenere altre candidature chiave; mentre gli ultimi due sono dei contendenti molto agguerriti. Piccole Donne potrà contare sull’enorme star power alle sue spalle, mentre il vero punto forte di 1917 sarà quello che potrebbe trasformarlo nel vero e proprio frontrunner della stagione, il sostegno di tutti i branch tecnici dell’Academy.
1917, infatti, non solo potrà contare sull’ottima pubblicità offerta dalla strabiliante accoglienza della critica che, ad una settimana dalla sua presentazione, parla già di capolavoro, sulla fama delle maestranza davanti e dietro la macchina da presa, che comprendono il regista Sam Mendes, il direttore della fotografia Roger Deakins e gli attori Benedict Cumberbatch e Colin Firth, ma soprattutto sull’enorme sforzo tecnico dietro al film. Il dramma bellico girato in finto piano sequenza, infatti, in quanto enorme sforzo produttivo e tecnico potrebbe ottenere il supporto dei vari premi dei sindacati americani, da tempo più indicativi in chiave Oscar di altre grandi cerimonie come BAFTA e Golden Globe. Birdman, anch’esso girato con la stessa tecnica, ad esempio, è arrivato alla vittoria del principale premio della stagione dopo aver vinto PGA e DGA, pur senza aver vinto i Globe e i BAFTA. Il film di Mendes potrebbe seguire un percorso simile, conquistando le guild grazie al suo eccezionale comparto tecnico e alla straordinaria resa visiva (che pure Mendes sia automaticamente diventato il frontrunner dei DGA?).
La sua più che probabile capacità di conciliare i vari gruppi di votanti all’interno dell’Academy, è un asso nella manica da non sottovalutare. E ciò basta e avanza a renderlo il film più temibile della stagione.