Golden Globes 2017 – Il Commento della 74^ Edizione

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Di Edoardo Intonti

L’importanza di questi premi, è oltre la strategica locazione temporale (cronologicamente in grado di influenzare la corsa agli Oscar 2017),  il prestigio di ricevere un premio scelto da un ristretto gruppo di giornalisti stranieri corrispondenti dagli Stati Uniti  (capeggiati dal mitico Lorenzo Soria), un gruppo quindi d’élite culturale che, al confronto degli innumerevoli membri dell’Academy Awards incaricati della scelta degli Oscar, è spesso meno influenzabile dai vari climi politici-culturali che inevitabilmente condiziona la scelta dei premi televisivi  Emmy o cinematografici Oscar.
Non è casuale che il fenomeno Veep passi dunque inosservato, così come la massima considerazione con al quale vengono trattate le serie non americane, che se non altro possono vantare qualche nomination simbolica (ad esempio Charlotte Rampling  per London Spy).
Giusti dunque i riconoscimenti a The Night Manager e The Crown, un po alla sprovvista la prima vittoria di Aaron Taylor Johnson in cui una crudele inquadratura va a riprendere la reazione di quello che sarebbe dovuto essere il vero candidato di quel film (Michael Shannon).

Jimmy Fallon si rivela una scelta vincente dopo l’impiastro compiuto l’anno scorso da Ricky Gervais. L’opening musicale, immancabile per il canterino Fallon, si fa accompagnare da tutte le star di questa award season (e vecchi amici del conduttore) tra cui Tina Fey, Nicole Kidman, Justin Timberlake, Sarah Paulson e Rami Malek. La scelta di trasmettere un video musicale pre registrato rispetto ad uno statico monologo vivacizza la situazione, permettendo comunque alcune dovute battutine alla presidenza Trump o il recente playback di Mariah Carey.


La scia colored, risultato forse delle polemiche #OscarsSoWhite degli anni scorsi, vede premiata come miglior attrice comica Tracee Ellis Ross, come miglior serie  comedy Atlanta, così come la mente dietro il progetto  Donald Glover, produttore ,scrittore, regista e interprete del fortunato progetto FX. Sarah Paulson, guadagna il suo meritato primo Globe per American Crime Story, che si conferma vincitrice anche di miglior miniserie drammatica, lasciando però a mani vuote il resto del cast. La La Land supera le prove generali verso l’Oscar, portando a casa i globi dorati in tutte le categorie in cui era nominato, ennesima conferma del talento di un regista giovane (Damien Chazelle) e dei suoi interpreti Emma Stone e Ryan Gosling. Se i premi di tipo musical erano quasi ‘obbligo, viene da chiedersi se il premo a miglior sceneggiatura non sia forse troppo per un film musicale.
Viola Davis porta a casa un meritatissimo Globe per Fences, spuntandola su una cinquina da urlo finalmente multicolor. Zootopia a sorpresa vince come miglior film di animazione, battendo i favoriti Moana e KuboElle porta a casa  il premio per il miglio film straniero (andando volutamente contro la decisione degli Oscar di eliminare il film dalla cinquina finale)   e premia una commossa e adorabile Isabelle Huppert, riconoscente di un premio internazionale così importante, dopo quasi quarant’anni di carriera in patria. Il testa a testa con l’altra favorita Natalie Portman è agli sgoccioli, e non ci resta che chiederci chi risulterà vincitrice del titolo di miglior attrice del 2017.

Raramente  si è assistito ad una serata tanto trionfalmente equilibrata e fraternamente internazionale: Come la stessa Meryl Streep ha fatto notare, Hollywood è un gruppo di persone provenienti da altri luoghi, di stranieri che lavorano insieme e che costruiscono insieme.
Mai parole furono più vere e significative in una periodo storico così bisognoso di unione e collaborazione (e minacciato volendo da politiche di parere contrastante) e che in questa 74°esima edizione dei Golden Globes, è stato evidente nello sforzo internazionale, di un aspetto tanto frivolo come quello del cinema e della televisione, di premiare sia il progresso che le nuove grandi comunità.