Addio a Kim Ki-duk: Il regista sudcoreano premiato a Cannes e a Venezia aveva 59 anni

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 Di Daniele Ambrosini

Ci lascia a causa del Covid-19 all’età di 59 anni il regista sudcoreano Kim Ki-duk. L’autore si trovava in Lettonia, probabilmente per acquistare un immobile in una località balneare e negli ultimi giorni aveva perso i contatti con il suo entourage. La notizia della sua morte è stata riportata da un sito di informazione lettone.

Nel corso della sua carriera, che l’ha visto presentare lungometraggi nei più importanti festival europei e mondiali, il regista ha vinto un Orso d’Argento a Berlino per La samaritana nel 2004, lo stesso anno ha poi vinto anche un Leone d’Argento per Ferro 3 – La casa vuota, mentre nel 2011 ha vinto il premio principale nella sezione Un Certain Regard di Cannes con Arirang, da molti considerato il film di rottura all’interno della sua filmografia, e l’anno successivo ha conquistato Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia con Pietà

Autore molto amato e spesso discusso, Kim Ki-duk ha firmato opere di forte matrice sperimentale riuscendo a conquistare consensi in tutto il mondo. Il forte lirismo che caratterizzava il suo lavoro nel primo periodo della sua carriera e che ha prodotto film come Ferro 3 – La casa vuota, TimePrimavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera è stato spezzato ed ha portato ad una notevole inversione di rotta, o meglio, ad un secondo periodo all’interno della filmografia del regista dopo un incidente quasi mortale avvenuto sul set di Dream, incidente del quale si parla nel documentario Arirang. Opere successive come Pietà, Moebius e One on One sono visivamente (e volutamente) più grezze e narrativamente più pessimiste, ma non per questo meno affascinanti. 

L’ultimo film di Kim ad arrivare nei nostri cinema è stato Il prigioniero coreano, restano perciò ancora inediti in Italia gli ultimi film del prolifico regista coreano, Human, Space, Time and Human e Dissolve

Fonte: askanews


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