Di Gabriele La Spina
Ben 19 anni dopo il suo debutto registico per la televisione tedesca, con la commedia Wenn man sich traut, l’attore Christoph Waltz, adesso con due Oscar nella teca, la notorietà e l’apprezzamento della critica mondiale, si cimenta nuovamente nella prova da regista ma per il grande schermo. Debutterà questa primavera al Tribeca Film Festival, evento newyorkese sempre più in voga, con Georgetown, racconto di un fatto di cronaca realmente accaduto nel 2011.
Nel mondo di intrighi politici e pettegolezzi che caratterizza la scena sociale di Washington, poche coppie si sono distinte come quella formata dalla tedesca Elsa Breht e dal marito Ulrich Mott. Nella loro casa nel quartiere di Georgetown, una sera ospitano leader mondiali e giudici della Corte Suprema quando la conversazione verte si cosa abbia spinto i padroni di casa a sposarsi. Amanda, il giudice federale figlia di Elsa, è incomprensibile che un’ottantenne come la madre con amici molto influenti si sia innamorata di un uomo di trent’anni più piccolo e dalla dubbia reputazione come Ulrich. Quando la mattina del 13 agosto 2011 Elsa viene trovata morta, Mott diviene sin da subito il primo sospettato: sarà proprio Amanda a portare alla luce uno stupefacente universo di menzogne, falsità e delusioni.
Waltz si ritaglia così l’interessante ruolo di Mott, e si lascia affiancare da due fuori classe della recitazione: la leggendaria Vanessa Redgrave che veste i panni di Elsa Brecht, e Annette Bening che interpreta la figlia Amanda; una dinamica madre-figlia già vista tra le due attrici qualche anno fa con il bistrattato Film Stars Don’t Die in Liverpool.