Di Simone Fabriziani
In occasione del tour promozionale in giro per l’Italia del film Marvel Ant-Man and the Wasp (sarà presentato domani in anteprima italiana al Giffoni Film Festival), abbiamo incontrato questa mattina a Roma i due protagonisti del sequel diretto da Peyton Reed: Paul Rudd e Evangeline Lilly.
Questo il resoconto delle domande a cui hanno pazientemente risposto i due interpreti del nuovo tassello narrativo dell’Universo Cinematografico Marvel in arrivo nelle sale italiane a partire dal 14 agosto:
Che cosa significa per voi [Paul e Evangeline] l’Universo Cinematografico Marvel?
E: Per me è qualcosa che accomuna divertimento e complicità, ci dona un senso di speranza in un momento storico dove ce n’è ben poca. L’Universo Marvel è sì una fuga, ma ci permette di ricordare che possiamo essere coraggiosi davanti alle tante sfide che il mondo ci pone di fronte. Essendo mamma, questo film mi ha permesso di sfoderare tutte le mie potenzialità da super-eroina di tutti i giorni inoltre!
P: Nel mio caso [L’Universo Cinematografico Marvel] è un motivo di gioia continua. I miei figli hanno visto tutti i film Marvel, la mia figlia più piccola mi sta pregando di lasciarle vedere Infinity War!
[A Paul] Tu sei il nuovo e più giovane Ant-Man per noi fan Marvel, visto che il personaggio di Han Pym è stato molto problematico, almeno nel mondo dei fumetti. Come ti sei raffrontato con questo personaggio di finzione?
P: Credo che Michael Douglas potrebbe obiettare a questa domanda! Comunque, sono onorato di poter condividere questo nuovo personaggio con il mondo e di aver portato sul grande schermo l’essenza dall’alter ego del fumetto assieme alla Wasp di Evangeline Lilly.
Dopo aver girato questa serie di film, avete mai desiderato di rimpicciolire per evitare situazioni imbarazzanti? E soprattutto, ora come guardate gli insetti?
P: Posso assicurarvi che mi trovo spesso in situazioni in cui vorrei sparire; il mio rapporto con le formiche è cambiato radicalmente e le sento come fratelli o sorelle adesso!
E: Posso raccontare una cosa: quando facevo Lost tutto il cast si riuniva per vedere la puntata settimanale; era il mio primo lavoro ed ero sicura di aver fatto un lavoro pessimo davanti la macchina da presa, quindi sì, erano dei momenti in cui volevo scomparire assolutamente! Per quanto riguarda gli insetti, da piccola li ho sempre amati e protetti, pensate che spaventavo a morte i ragazzini del mio vicinato attaccando al mio corpo dei bruchi neri e pelosi!
L’evoluzione del primo film era solo l’anticamera della vera trasformazione del personaggio di Wasp; questo cambiamento era già stato motivo di discussione con Kevin Feige prima di girare il sequel?
E: Quando mi proposero il primo film lessi la sceneggiatura molto attentamente, e a mio avviso la scena finale dopo i titoli è la chiave di tutto: “é giunta l’ora” [“It’s about time”]. Se il film avesse avuto successo, avrei fatto decisamente il seguito impegnandomi a fondo per il personaggio e per fare una bella figura con Paul.