CULT: Suspiria (1977) di Dario Argento

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Di Edoardo Intonti
In occasione del suo 40° compleanno ritorna nelle sale italiane (dal 30 gennaio al 1° febbraio) Suspiria. Tra gli estimatori di Dario Argento, ma anche tra i profani del genere, è dura arrischiarsi a giudicare quale fra i film del regista romano sia da considerare il suo più grande capolavoro. Si tende generalmente a segnalare Profondo rosso, oppure il film in questione, primo della trilogia delle madri (ispirata al libro “Suspiria De Profundis” di Thomas de Quincey), diventato in pochi anni uno dei film horror più apprezzati in Italia e all’estero, e fonte d’ispirazione ancora oggi per registi contemporanei del livello di Nicolas Winding Refn.

Nonostante l’aspetto narrativo sia quello meno riuscito e apprezzabile dall’opera, vale la pena fare una digressione sulla storia della pellicola: La protagonista, Susy Banner, è una ragazza americana giunta in Germania per seguire le lezioni di una prestigiosa scuola di danza locale, nella quale, neanche a dirlo, inizieranno una serie di fenomeni più o meno inquietanti, dallo svenimento casuale della ragazza alla sua prima lezione, fino all’infestazione di larve provenienti dalla soffitta. Dietro i malesseri di Susy Banner (Jessica Harper) vi si cela un mistero inquietante riguardante la fondatrice della scuola, Helena Markos, da molti ritenuti una strega.


Apprezzabili i cameo di due giovanissimi Miguel Bosé e Udo Kier. Il ritmo del film è più incalzante del solito rispetto ai ritmi classici di Argento, scandito da alcuni tra i brani più memorabili prodotti dai Goblin, alternati a profondissimi silenzi agghiaccianti. La scenografia di Giuseppe Bassan è complice del successo della pellicola, eccessivamente colorata, kitsch e quasi teatrale, supportata da una geniale fotografia di Luciano Tovoli, il quale gioca con gli ambienti claustrofobici della scuola di danza e la luce al neon creando quadri spettacolari ancora attuali adesso.

Ad oggi, è in lavorazione un remake a lungo discusso e chiacchierato (sopratutto non voluto da parte del gruppo Argento, in primis padre e figlia) affidato dopo tanti rimbalzi al regista Luca Guadagnino, il quale ha già avviato le riprese includendo nel cast le amiche di lunga data Tilda Swinton e Dakota Johnson. In risposta, Dario Argento stesso ha deciso di partecipare come collaboratore  ad un adattamento televisivo del suo lungometraggio, già in passato trasformato in anime dal gruppo giapponese Gonzo.


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