Di Simone Fabriziani
Non solo grande attore di teatro, capo-comico e mattatore del palcoscenico teatrale italiano e della televisione, anche interprete cinematografico e per il piccolo schermo e doppiatore consumato, quasi insospettabile. Questo e tanto altro altro era Gigi Proietti (1940-2020).
Nonostante avesse partecipato con successo ad alcune pellicole cult degli anni ’70 (su tutti Febbre da cavallo di Steno e Casotto di Sergio Citti, a fianco di una giovanissima Jodie Foster), Gigi Proietti aveva affinato le sue straordinarie doti di interprete teatrale e di mostro sacro del palcoscenico italiano tutto verve e istrionismo nel campo del doppiaggio.
Molti difatti sono i personaggi insospettabili a cui Gigi Proietti ha prestato la sua voce malleabile ed inconfondibile. Tra i più grande, Proietti è stato la voce di Donald Sutherland in Il Casanova di Federico Fellini, Marlon Brando in Riflessi in un occhio d’oro, Charlton Heston in Hamlet di Kenneth Branagh, Richard Burton in Chi ha paura di Virginia Woolf?, Dustin Hoffman in Lenny, Anthony Hopkins in Hitchcock, Ian McKellen nella trilogia de Lo Hobbit, senza dimenticare la voce che ha donato a Sylvester Stallone nel primo Rocky, e a Robert De Niro in due titoli diretti da Martin Scorsese: Mean Streets e Casinò.
Un talento versatile che ha investito anche il pubblico più piccolo con entusiasmo, quando ha prestato la voce al Genio del cartoon Disney Aladdin, entrando di diritto tra i doppiaggi italiani più amati di sempre.
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