Gli Oscar 2017 entrano nella storia tra il trionfo inatteso di ‘MOONLIGHT’ e la beffa a ‘LA LA LAND’

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Di Simone Fabriziani

Attoniti, confusi, perplessi ma forse anche divertiti e felici. L’89esima cerimonia di premiazione degli Oscar 2017 è entrata nella storia, volente o nolente. Grande protagonista, la beffarda ironia della sorte e tanta, tanta politica. in campo.

A dominare è stato La La Land 6 statuette, molte di meno di quante se ne pronosticavano, ma a tornare a casa con il premio più grosso è stato, in una serie di eventi paradossali senza precedenti nella storia dell’Academy, Moonlight con tre statuette, tra cui quella al Miglior Film. Una vittoria inaspettata che , per varie ragioni, non ha precedenti nella storia degli Oscar.
Cosa è accaduto sulla strada per la statuetta dorata che ha fatto inciampare il favoritissimo “La La Land” di Damien Chazelle?
Tre cose posso avere influito:

Il tesissimo clima politico della Presidenza Trump ha fatto virare la scelta condivisa dell’Academy verso un titolo socialmente più rilevante come risposta al regime del nuovo capo di stato maggiore, decisamente non ben voluto dalla comunità di Hollywood.

Il volersi scrollare di dosso le pesanti polemiche degli #OscarsSoWhite pilotando la vittoria di una pellicola che unisca la scottante tematica black con quella dei diritti LGBT.

L’ampliamento dei membri dell’Academy verso etnie differenti e fasce d’età più legate all’energia giovanile che alla vetusta età media dell’Academy, che si aggira attorno ai 60 anni.

A rimetterci in ogni caso è stato il musical di Damien Chazelle; partito come il film da battere con alle spalle 8 Critics’Choice, 7 Golden Globe, 5 Bafta, PGA e DGA, è stato ironicamente beffato durante la cerimonia perdendo molte delle categorie tecniche dove partiva avvantaggiato, culminando la sua parabola discendente a favore del film di Barry Jenkins con una delle gaffe più imbarazzanti di tutta la storia degli Academy Awards:

Un pessimo scherzo del destino per “La La Land” si abbatte quando a Warren Beatty e Faye Dunaway viene consegnata la busta errata, proprio nel momento dell’annuncio della statuetta maggiore; secondo la busta il vincitore è il film di Chazelle, ma quella era la seconda busta con il nome della Miglior Attrice Protagonista; salgono sul palco i produttori del film sbagliato a causa dell’errata consegna della busta giusta. Si scusa Warren Beatty, si scusa Jimmy Kimmel, si scusa anche la Pricewaterhouse Company, organizzazione chi si occupa del conteggio dei voti e delle buste con i vincitori., coronazione di una serata che non aveva tardato a cadere in gaffe improponibili durante il segmento “In Memoriam” che ha coinvolto la costumista australiana Janet Patterson.
Una edizione ancora difficile da decifrare, ma che già è entrata negli annali dell’Academy e che chiude la lunga awards season con un gusto dolceamaro e straniante; ad incombere, due statistiche, una rotta da “Moonlight”, l’altra rispettata da “La La Land”: il film di Jenkins è il primo a vincere la statuetta al Miglior Film soltanto con il curioso combo Golden Globe Drama/WGA, il secondo invece conferma la statistica per cui sin dall’istituzione del SAG Ensemble Cast nessun film ha mai vinto l’Oscar principale senza una corrispondente nomination, tranne “Braveheart” (1995).

FONTE: Variety


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