Di Gabriele La Spina
Eclettico, è sicuramente il termine giusto per definire il regista Steve McQueen, premio Oscar per lo struggente racconto di schiavitù nei campi di cotone americani con 12 anni schiavo, passato poi al crime-drama elevandolo a genere d’autore con Widows, lo scorso anno. Per McQueen è giunto ora il momento di dedicarsi per la prima volta nella sua carriera alla non-fiction, ovvero al documentario.
Il film prenderà il titolo di The Occupied City, e si baserà sul libro storico illustrato “Atlas of an Occupied City. Amsterdam 1940-1945”, non a caso scritto dalla moglie di McQueen, Bianca Stigter che vanta una carriera di scrittrice, storica, ma anche regista.
McQueen seguirà così le tracce della Seconda Guerra Mondiale nella città di Amsterdam, trasponendo il libro che guida il lettore all’occupata città dei Paesi Bassi. Il progetto del regista ha già ottenuto la cospicua cifra di 800.000 euro dalla Netherlands Film Fund, che lo ha commentato: “Vivere ad Amsterdam è come vivere con degli spiriti. Sembra che ci siano due mondi paralleli. Il passato è sempre presente“, sottolineando il loro forte coinvolgimento nel raccontare quel frangente della guerra.
Il regista che è tornato nelle sale con Widows dopo 5 anni dal film che gli ha fruttato l’Oscar, si è concesso tuttavia una parentesi televisiva dirigendo per HBO il pilot di Codes of Conduct, che racconta di un uomo dall’oscuro passato che fa il suo ritorno nell’alta società newyorkese; e prepara per il piccolo schermo una miniserie drammatica di 6 episodi per le BBC che racconterà dell’esperienza delle Indie occidentali nell’Inghilterra dal 1968 agli inizi degli anni ’80.
Fonte: IndieWire