Di Simone Fabriziani
Ci lascia a 74 anni il regista statunitense Tobe Hooper, nato e cresciuto nel Texas conservatore degli anni ’40 e a cui ha dedicato indirettamente (?) uno dei suoi titoli più celebri dietro la macchina da presa, sempre devota a portare sul grande e sul piccolo schermo piccole pietre miliari del genere horror in pieno clima da New Hollywood.
Attivissimo da sempre sia per il cinema che per la televisione, Hooper ha debuttato sul grande schermo, dopo alcune prove minori e cortometraggi, con Eggshells (1969), a cui è seguito il suo primo capolavoro di genere nel 1974, The Texas Chainsaw Massacre (da noi il celebre “Non aprite quella porta”), racconto a cavallo tra fiction e documentario sulle origini e gli efferati omicidi di Ed Gein, uno dei più spietati e sanguinolenti assassini della storia dell’America moderna. Il film fece scandalo, scuola nel genere orrorifico e innumerevoli sequel e remake nei decenni successivi, di cui uno diretto dallo stesso Hooper nel 1986 (Non aprite quella porta – Parte 2).
Negli anni successivi al successo internazionale del film sulle macabre gesta di Ed Gein, arriveranno l’adattamento televisivo di Le notti di Salem (1979) e, soprattutto, il capolavoro degli anni ’80 Poltergeist – Demoniache presenze (1982), lungometraggio dalla lavorazione emblematicamente travagliata e marchiata negli anni successivi come “maledetta”; non accreditato, anche Steven Spielberg concretamente aiutato Hooper dietro la macchina da presa a terminare la pellicola, nata da un’idea originale dello stesso regista premio Oscar, qui in veste anche di sceneggiatore.
Gli anni successivi al “film maledetto” sono stati contrassegnati da decine di collaborazioni televisive, su tutte le regie di alcuni episodi di Storie incredibili e I racconti della cripta, fino ad arrivare negli anni ’90 e ’00 a rade regie cinematografiche e molti lavori dietro la macchina da presa per il piccolo schermo, non particolarmente degni di nota. Ultimo lungometraggio cinematografico degno di essere ricordato è stato La casa dei massacri del 2004.
Fonte: Deadline