Jerry Lewis ci lascia a 91 anni, un ricordo alternativo di un re della recitazione a tutto tondo

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Di Simone Fabriziani

La notizia, diffusa ieri, è delle più tragiche per il mondo del cinema statunitense; all’età veneranda di 91 anni ci ha lasciati Jerry Lewis, genio assoluto della comicità statunitense moderna, un personaggio troppo sfaccettato e complesso da poterlo riassumere in poche righe di carriera cinematografica e televisiva spicciole e sbrigative. Noi vogliamo ricordarlo invece in modo del tutto alternativo.

Lo vogliamo ricordare in due ruoli che in un certo senso hanno (ri) definito il ruolo di Jerry Lewis nel panorama attoriale del cinema americano contemporaneo, ricalibrandolo nei ranghi dei più grandi interpreti a tutto tondo, capaci di suscitare nello spettatore lacrime e risate, sorrisi ed amare riflessioni.
Noi vogliamo ricordare il genio di Lewis conj i suoi due ruoli in Re per una notte (1982), capolavoro sottovalutato ed imprescindibile di un inedito Martin Scorsese dalla vena ironica e tagliente, imperdibile duello attoriale tra un Lewis nei panni di una marionetta televisiva con non pochi riferimenti autobiografici, ed un Robert De Niro in uno dei suoi ruoli più cult di sempre, coppia scoppiata che mette in scena un “Quinto Potere” ribaltato e paradossale.
Ma non dimentichiamo il piccolo gioiellino indie Arizona Dream (da noi tradotto come “Il valzer del pesce freccia”), pellicola in lingua inglese di Emir Kusturica con un giovane Johnny Depp, un acerbo Vincent Gallo e una prorompente Faye Dunaway; su tutti, un gigantesco Jerry Lewis in un’altra, sottovalutata prova d’attore drammatica. Recuperate quest’ultimo titolo, non ve ne pentirete.

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