Di Gabriele La Spina
Non un debutto dei più rosei per la seconda stagione della creatura di Ryan Murphy. La serie che vedremo dal 19 gennaio su Fox Crime, mentre negli USA andrà in onda tre giorni prima, ha scatenato il disappunto della famiglia di Gianni Versace, a cui le vicende di questa nuova stagione sono strettamente legate. Definito dai familiari come un “un’opera di finzione”, reclamano la non autorizzazione all’uso dei personaggi e la loro mancata partecipazione alla realizzazione della serie.
Intitolata The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story, è il diretto seguito de Il caso O.J. Simpson, serie che nel 2016 ha conquistato i favori della critica e numerosissimi premi trattando il clamoroso caso mediatico dell’ex giocatore di football. La seconda stagione approfondisce invece l’evento che circonda la morte dell’iconico designer italiano, ucciso nel 1997 di fronte alla sua villa di Miami Beach. Aveva 50 anni. L’assalitore era Andrew Cunanan, che uccise cinque persone in una follia che si concluse quando si suicidò una settimana dopo aver ucciso Versace. Nella serie Edgar Ramirez interpreta Versace e Darren Criss interpreta Cunanan, mentre Penelope Cruz e Ricky Martin sono i co-protagonisti.
“La famiglia Versace non ha né autorizzato né avuto alcun coinvolgimento nella prossima serie TV sulla morte del signor Gianni Versace“, ha detto la famiglia attraverso la sua casa di moda in una dichiarazione ai media oggi. “Dal momento che Versace non ha autorizzato il libro su cui è parzialmente basato, né ha preso parte alla stesura della sceneggiatura, questa serie TV dovrebbe essere considerata solo un’opera di finzione“. Il libro su cui è basata la sceneggiatura di Tom Rob Smith, a cui i Versace fanno riferimento, è del 1999, intitolato “Vulgar Favors: Andrew Cunanan, Gianna Versace and the Largest Failed Manhunt in U.S. History” di Maureen Orth.
Già lo scorso novembre, Donatella Versace, ritratta nella serie dalla Cruz, aveva preso le distanze dal progetto dicendo che non lo avrebbe nemmeno visto:”Ho parlato con Penelope, che è un’amica, ha detto che mi tratterà con rispetto – ma non so cosa verrà [mostrato], da un libro che dice incredibili falsità“.
Il primo episodio della serie che andrà in onda tra meno di 10 giorni negli USA, vedrà la direzione dello stesso Ryan Murphy, con l’emblematico titolo “The Man Who Would Be Vogue”. Non è la prima volta che una serie di Murphy è vittima di denunce, proprio nei mesi scorsi l’attrice centenaria Olivia de Havilland, ha vinto una causa contro FX per il suo ritratto non autorizzato, e definito calunniante, nella serie Feud: Bette and Joan. Sembra dunque il destino delle serie firmate Murphy di scomodare personalità celebri, con conseguente chiamata ai legali, e ai portafogli della Fox.
Fonte: Deadline