Di Gabriele La Spina
Ormai tra le compagnie di distribuzione e produzione cinematografiche americane più lungimiranti, A24 ha aggiunto nel suo cantiere l’ennesimo progetto di estremo interesse. Si tratta di un nuovo horror, che si collocherà per forza di cose nel genere art-house, scritto da Kristen Roupenian, autrice di “Cat Person“, il racconto più letto del 2017 sulla famosa rivista The New Yorker.
Pubblicato lo scorso dicembre, “Cat Person” racconta la storia di una studentessa di 20 anni che ha una relazione con un uomo anziano, che successivamente diventa intrattabile. Il racconto divenuto virale ha acceso un ampio dibattito sui ruoli di genere negli appuntamenti nel nuovo Millennio. Alcuni hanno inoltre notato nella storia anche un sottotesto horror, ed è forse da questa vena nascosta della Roupenian che proviene la sceneggiatura acquisita da A24, dal titolo Bodies, bodies bodies. La trama è ancora del tutto segreta, ma sappiamo che similmente al celebre racconto, la sceneggiatura del film si concentra sullo sviluppo dei personaggi nonché sulle tematiche sociali, in modo del tutto sovversivo.
A24 ha descritto la sceneggiatura della Roupenian, come uno studio dei personaggi scrupoloso in cui il mistero e le paure profonde si fondono, e l’opportunità di realizzare un film horror che possa anche essere culturalmente rilevante. E se un horror come Get Out di Jordan Peele, ha conquistato più premi di qualunque altra pellicola nell’ultima awards season, arrivando vicinissimo alla vittoria per il miglior film dell’anno, Bodies bodies bodies sembra arrivare in tempi maturi. Dalla loro A24 hanno la forte presenza nel mercato americano, conquistando i favori della critica, lo scorso anno con Lady Bird di Greta Gerwig, The Disaster Artist di James Franco e The Killing of a Sacred Deer di Yorgos Lanthimos. Nel 2018 porteranno in sala l’horror acclamato al Sundance, Hereditary, il nuovo film di Andrew Haigh già visto a Venezia, Lean on Pete, Under the Silver Lake di David Robert Mitchell e How To Talk To Girls At Parties di John Cameron Mitchell.
Cover picture by Elinor Carucci for The New Yorker.
Fonte: The Hollywood Reporter