Kate Winslet è probabilmente uno dei più grandi talenti hollywoodiani della sua generazione, da sempre riconosciuta dagli Academy per le sue performance, nel corso degli anni ha immesso grande veridicità nei suoi personaggi risultando sempre efficace. Seppur non alla ricerca di ruoli difficili, ma con in mano grandi script, si è destreggiata tra grandi nomi alla direzione con qualche piccola parentesi indie.
Imponente anche nei ruoli di supporto, numerosi in un primo periodo della sua filmografia, ha poi brillato come leading actress raccogliendo ben sette nomination all’Oscar, la più recente è quella ottenuta con lo Steve Jobs di Danny Boyle, dove la Winslet interpreta Joanna Hoffman, storica addetta al marketing della Apple. Eppure risulterà curioso leggere in questa retrospettiva che non necessariamente i suoi punti più alti nella sua filmografia sono stati i più riconosciuti, e per di più non tutti sono passati dal grande schermo. Eccovi dunque un’analisi delle migliori performance di Kate Winslet, in classifica.
Imponente anche nei ruoli di supporto, numerosi in un primo periodo della sua filmografia, ha poi brillato come leading actress raccogliendo ben sette nomination all’Oscar, la più recente è quella ottenuta con lo Steve Jobs di Danny Boyle, dove la Winslet interpreta Joanna Hoffman, storica addetta al marketing della Apple. Eppure risulterà curioso leggere in questa retrospettiva che non necessariamente i suoi punti più alti nella sua filmografia sono stati i più riconosciuti, e per di più non tutti sono passati dal grande schermo. Eccovi dunque un’analisi delle migliori performance di Kate Winslet, in classifica.
5. Eternal Sunshine of the Spotless Mind (2004)
Conosciuto sul suolo italiano con il tanto discusso titolo “Se mi lasci ti cancello”, si tratta di uno dei momenti più unici della filmografia di Kate Winslet, unico perché il film di Michel Gordy scritto da Charlie Kaufman potrebbe essere considerato probabilmente uno dei migliori film dell’ultimo decennio, unico perché ci mostra uno dei lati più ironici dell’attrice britannica con un personaggio cinico e malinconico al tempo stesso. Straordinaria parabola dei rapporti umani sempre più attuale ogni anno che passa.
4. Little Children (2006)
Pellicola che non è passata per le sale italiane, ma straight to TV, contenente uno dei personaggi più torbidi della filmografia della Winslet. In una ristretta, tanto quanto di vedute, cittadina americana, tra episodi di pedofilia e vite promiscue, Kate è una madre in lotta contro sé stessa, intensa come non mai. Nella pellicola di Todd Field, vediamo uno dei ruoli più ricercati dalla sua carriera.
3. The Reader (2008)
In bilico tra il ruolo di supporto e da protagonista, in una delle pellicole più intense di Stephen Daldry subito dopo il suo capolavoro The Hours, Kate veste i panni scomodi di un ex-nazista, in una grandiosa parabola dell’orgoglio umano. Svestita della patina glamour e poi invecchiata per il ruolo fa breccia nei cuori degli Academy, e conquista la statuetta.
2. Mildred Pierce (2011)
Si tratta del ruolo più monumentale e grandioso della sua carriera, paradossalmente però visto sul piccolo schermo. In questa mini-serie fedelissima al romanzo di James M. Cain, diretta splendidamente da Todd Haynes, la Winslet ha la possibilità di dare tutta sé stessa in un ruolo tanto esteso. E’ una donna che vuole farsi da sola, è una madre angustiante che vuole vivere attraverso la figlia e rimarrà vittima di ogni sua scelta. Con questo ruolo fa incetta di premi televisivi.
1. Revolutionary Road (2008)
Eccoci giunti alla migliore performance della sua carriera, paradossale che sia l’unica performance ignorata dagli Academy che quell’anno la preferì per la sua performance in The Reader evitando di nominarla due volte. Adattato da un romanzo di Richard Yates, diretto da Sam Mendes, Kate si ritrova nuovamente a duettare con Leonardo DiCaprio, la reunion della mitica coppia di Titanic. La Winslet raggiunge i picchi recitativi più alti della sua carriera, grazie a una sceneggiatura solidissima, fronteggiando paure e deliri di una moglie nell’America conformista degli anni ’50. Una performance verace, intensa, che per sommi capi ci ricorda la recitazione di vecchie glorie italiane come Anna Magnani o Sofia Loren. La sua è una trasformazione emotiva indelebile.