Di Daniele Ambrosini
Pedro Almodóvar, esordiente nel lontano 1980 come chico terible del cinema spagnolo, si è pian piano conquistato un posto di rilievo nella cinematografia nazionale, europea e mondiale. Il suo successo è sancito da una serie di pellicole di grande successo che portano all’attenzione del grande pubblico non solo il suo autore ma anche il suo stile unico, colorato, vivace e fortemente passionale. Oggi Almodóvar non ha bisogno di presentazioni e nell’arco sua lunga carriera ci ha regalato dei personaggi incredibili sostenuti da altrettante splendide interpretazioni, vediamo quali sono le migliori.
Veronica Forquè e Victoria Abril – Kika (1993)
Veronica Forque è Kika, truccatrice sempre allegra e spensierata, ingenua fino alla fine nonostante la girandola di eventi che la assale, mentre Victoria Abril è il suo contraltare, è Andrea La Sfregiata, personaggio avido ed egoista, emblema della degenerazione dei media e con essi della società stessa. Film grottesco e complesso Kika offre la possibilità a queste attrici di confrontarsi con personaggi apparentemente stereotipati ma in realtà psicologicamente ben costruiti e mai banali o semplicemente caricaturali come ci si potrebbe aspettare dalle premesse della pellicola.
Carmen Maura – Donne sull’orlo di una crisi di nervi (1988)
Carmen Maura interpreta Pepa, nota attrice e doppiatrice che in seguito alla fine della relazione con il suo amante tenta in tutti i modi di ricontattarlo per dargli un’importante notizia, poi taciuta fino alla fine del film. Pepa è quasi disperata e fortemente impulsiva, sopraffatta dagli eventi su cui lei non ha quasi nessun controllo, è una donna in grado di mostrare grande forza ma anche tutte le sue debolezze, dovute in gran parte dal tormentato rapporto con Ivàn. Lo sguardo di Carmen Maura riempie lo schermo e la sua performance tra toni comici e drammatici è davvero eccezionale.
Cecilia Roth, Marisa Paredes e Antonia San Juan – Tutto su mia madre (1999)
Tutto su mia madre è il film che ha definitivamente lanciato la carriera di Almodóvar a livello internazionale e lo ha portato a vincere il suo primo Oscar. Il successo del film è dovuto in gran parte ad una sceneggiatura emozionante e passionale ma allo stesso tempo misurata e ad un cast strepitoso composto da grandi attrici tra cui è davvero difficile decidere chi sia la migliore. Cecilia Roth è Manuela, madre di Esteban che dopo la morte del figlio decide di andare a Barcellona alla ricerca del padre mentre Marisa Paredes interpreta Huma, nota attrice di teatro che vive una relazione tormentata. Cecilia Roth e Marisa Paredes danno vita a due donne forti ma non esenti dal dolore: per Manuela si tratta della perdita del figlio, il massimo della sofferenza per una madre che però non si lascia scoraggiare dalla sofferenza ma, per quanto possibile, reagisce, il suo è un dolore moderato all’esterno ma profondamente sentito; Huma invece è una diva sul viale del tramonto dall’aria stanca e logorata da anni di sofferenze e dall’atteggiamento distaccato, così la Paredes ci dona una performance incredibilmente misurata. Mentre, al contrario, Antonia San Juan interpreta Agrado, prostituta transessuale senza peli sulla lingua, dalla grande verve comica, è lei ad alleggerire i toni del melodramma con una memorabile performance sopra le righe. Si tratta di tre personaggi unici e di tre ottime interpretazioni.
Penelope Cruz – Volver (2006)
Almodóvar è un grande regista di donne, l’ha dimostrato più volte ma insieme ai personaggi di Tutto su mia madre la Raimunda di Penelope Cruz in Volver è il più riuscito. Donna fiera e dalla presenza prorompente, Raimunda si ritrova a dover fare i conti con il suo passato in un momento difficile del suo presente mostrandoci il ritratto di una donna forte ma non esente dal dolore, con questa incredibile performance Penelope Cruz guadagna anche una nomination all’Oscar.
Gael Garcia Bernal – La mala educaciòn (2004)
Se le pellicole di Almodóvar ci hanno mostrato una carrellata di grandi personaggi femminili, giusto un paio di film ci hanno regalato delle figure maschili altrettanto interessanti (tra questi vale la pena notare Carne Tremula, Parla con lei e La pelle che abito). E proprio in uno dei film più sottovalutati del regista spagnolo c’è Gael Garcia Bernal che ci regala una performance incredibile in un triplo ruolo in cui il suo personaggio, Juan, interpreta sempre una nuova versione di sè, perchè questo è un film dentro al film e Bernal si muove benissimo su tutti i piani narrativi della pellicola. La sua è un’interpretazione dirompente ma mai esagerata, sfaccettata ed energica, è lui il centro del film.