Anche se Lost in Translation con Bill Murray del 2003 è considerato ad oggi il suo miglior lavoro, il grande pubblico ha imparato ad amarla sin dal suo film d’esordio alla regia, Il giardino delle vergini suicide, del 1999, e poi in seguito nel 2006 con il suo ritratto singolare di Marie Antoinette, dove dirige per la seconda volta Kirsten Dunst immersa in una visione tanto anacronistica quanto scintillante e originale della corte di Versailles. Forse meno convincenti sono stati gli ultimi lavori: il vuoto dietro la fama nel delizioso Somewhere, con Elle Fanning, del 2010, e la critica alle nuove generazioni in stile Gus Van Sant in Bling Ring del 2013. Dopo aver abbandonato il progetto del live-action de La Sirenetta, ed essersi concessa una parentesi televisiva per NetFlix con A Very Murray Christmas lo scorso anno, Sofia Coppola sembra pronta a tornare nei cinema, con un progetto che ha ancora una volta come soggetto le donne, ma che al contrario dei suoi precedenti lavori, sarà un remake: The Beguiled.
Conosciuto in Italia con il titolo La notte brava del soldato Jonathan, The Beguiled, tratto dal romanzo omonimo di Thomas P. Cullinan, fu adattato e diretto sul grande schermo nel 1971 da Don Siegel, storico regista di Fuga da Alcatraz (1979) e L’invasione degli ultracorpi (1956), con protagonisti Clint Eastwood, Geraldine Page ed Elizabeth Hartman.
Il caporale nordista Jonathan McBarney viene trovato gravemente ferito dalla piccola Amy mentre stava raccogliendo dei funghi. Dopo esser scampato alla cattura da parte di alcuni soldati sudisti, viene condotto nell’isolato collegio femminile della signora Martha, inizialmente solo come esempio di carità cristiana da offrire alle fanciulle (come applicazione del dovere di cura di feriti e ammalati). In pochi giorni il caporale riesce ad entrare nelle grazie tanto della direttrice quanto della sua socia Edwina, nonché delle stesse giovani educande del luogo, tanto che Martha non sembra più intenzionata a consegnarlo ai sudisti appena guarito, piuttosto ad offrirgli un posto da factotum. L’uomo comprende ben presto di essere divenuto l’oggetto sessuale tanto di Martha quanto di Edwina e di un’altra procace studentessa di nome Carol. Una notte, viene scoperto a fare l’amore con Carol sia da Edwina che da Martha. La prima, per vendicarsi, lo precipita per le scale, spezzandogli una gamba, la seconda arriva addirittura ad amputargli l’arto per costringerlo a restare per sempre suo succube. A quel punto l’uomo cerca disperatamente di ribellarsi, andando incontro ad una sorte ancor più crudele.