Di Gabriele La Spina
Mai come quest’anno il Festival di Telluride ha avuto un ruolo estremamente decisivo nell’avvio della stagione dei premi, nonostante la presenza di titoli di alto livello a Venezia, è in quello americano che in questi giorni vengono presentati in gran parte gli star vehicle per i prossimi Oscar. E dopo la conferma di Gary Oldman come miglior attore senza rivali per L’ora più buia, la perdita di terreno di Annette Bening con il mediocre Film Stars Don’t Die in Liverpool, e la sorpresa Saoirse Ronan per il debutto alla regia di Greta Gerwig, Lady Bird, un’ulteriore nome finora sottovalutato giunge alle nostre orecchie: Emma Stone.
Sottovalutata poiché a seguito della vittoria ai precedenti Oscar, con La La Land, sembrava difficile per l’attrice approdare con il giusto ruolo successivo, e di sicuro La battaglia dei sessi, che pur sempre ha alle sue spalle Jonathan Dayton e Valerie Faris, registi del delizioso Little Miss Sunshine, non si prospettava come il titolo di richiamo per un immediato ritorno della Stone alla stagione dei premi. Un’opinione destinata a cambiare repentinamente a seguito della presentazione del film a Telluride, dove è stato ampiamente applaudito, ma a brillare è ancora una volta la Stone. “È la perfezione nel suo ruolo ed è veramente toccante in una scena dopo la vittoria trionfale su Riggs, quando si siede sola nello spogliatoio e le emozioni vengono a galla” definisce Deadline, in questo biopic, ambientato nel 1973, la Stone veste i panni di Billie Jean King, alle prese con un match di tennis contro l’ex campione Bobby Riggs, annunciato come la battaglia dei sessi. La partita cattura lo spirito del tempo e scatena ampie discussioni sulla parità del genere, stimolando il movimento femminista. Mentre i media si interessano ai due sportivi, questi combattono battaglie personali complesse. La Stone sembra ritrarre così luci e ombre della King, in una performance estremamente trasformativa a livello emotivo. Mentre per IndieWire, Emma Stone è “brillante” nei panni della King, The Wrap non ha dubbi: “Questo film appartiene davvero alla Stone, che non è mai stata meglio. Se non avesse vinto l’Oscar l’anno scorso per la La La Land, l’avrebbe sicuramente vinto per questo“.
BATTLES OF THE SEXES is a battle of fine performances by Emma Stone and Steve Carell, in a film that’s timely, entertaining and moving.— Scott Feinberg (@ScottFeinberg) 2 settembre 2017
Battle of the Sexes is absolutely brilliant start to finish. Career best for Emma Stone. Loved. Loved. Loved. #TFF44— Sasha Stone (@AwardsDaily) 2 settembre 2017
Se per la Bening le possibilità di una vittoria sembrano quasi sfumate, la Stone si catapulta con certezza nella cinquina della miglior attrice protagonista. Ad affiancarla sono ormai probabili, viste le recenti accoglienze ai festival, sia Saoirse Ronan sia Sally Hawkins per il bellissimo The Shape of Water. È certo che tutto è ancora da scrivere, e vedremo se nomi come quelli di Kate Winslet per Wonder Wheel, Judi Dench per Victoria and Abdul, nonché Jennifer Lawrence per Madre! potranno insidiare la loro presenza, se convinceranno a Venezia e New York (nel caso della Winslet), o se faranno spazio a questi nomi, in fin dei conti, nuovi. Anche se in fatto di awards season, la sorpresa è sempre dietro l’angolo, Meryl Streep a parte.