Di Simone Fabriziani
Classe 1968, il regista romano Matteo Garrone si è progressivamente imposto nel panorama cinematografico italiano ed internazionale grazie ad una serie di lungometraggi a cavallo tra rigore e crudo realismo e senso di fiabesco realismo magico, germogliato nell’ultima sua fase in titoli meno audaci ma altrettanto efficaci come Tale of Tales – Il racconto dei racconti e il Pinocchio in attuale produzione.
Tra cortometraggi e documentari, la carriere dietro la macchina da presa di Matteo Garrone si districa nella sua prima fase dedicata all’esperienza del grande schermo con un trittico di opere prime che celebrano, in una maniera o nell’altra, la città di Roma, le due contraddizioni e la sua multietnicità (Terra di mezzo 1996, Ospiti 1998, Estate romana 2000). L’exploit con il pubblico e la critica arriva nel 2002 con L’imbalsamatore, seguito poi dal notevole horror quotidiano Primo amore (2004).
Di seguito la scelta della redazione per una analisi essenziale del cinema di Matteo Garrone in tre lungometraggi da lui scritti e diretti.
L’imbalsamatore (2002)
Peppino è di piccolissima statura e fa il tassidermista in una località del litorale casertano. Quando incontra il giovane Valerio, fa di tutto per prenderlo a lavorare con sé, stringendo con lui un rapporto sempre più ambiguo. L’equilibrio fra i due viene rotto da Deborah, una ragazza licenziata da un’officina meccanica. Due David di Donatello, tra cui attore non protagonista all’arcigno e mefistofelico Ernesto Mahieux e alla sceneggiatura di Garrone, assieme a Massimo Gaudioso e Ugo Chiti.
Gomorra (2008)
Tra Scampia, Aversa e Casal di Principe, cinque storie di quotidiano orrore. Un ragazzino entra a far parte della manovalanza criminale; un “ragioniere” della camorra tocca con mano la violenza vera; un sarto provetto “sgarra” collaborando con i cinesi; i traffici di un manager dello smaltimento dei rifiuti tossici; due “irregolari” sognano di emulare Tony Montana, ma le combinano troppo grosse. Ispirato al bestseller di Roberto Saviano e vincitore di ben sette David di Donatello, tra cui film, regia e sceneggiatura. Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes 2008.
Dogman (2018)
Marcello è un uomo mite, che possiede una toelettatura per cani e che è totalmente preso dalla piccola figlia. Simoncino invece è uno svitato pugile, appena uscito dal carcere e in cerca di pericolo. Legato dalla lealtà nei confronti dell’amico, Lucio segue i piani di Simoncino e diventa il suo compagno in una serie di scorribande che terrorizzano la loro periferia. Succube del carismatico Simoncino, Marcello finirà per prendere consapevolezza su quanto negativa sia l’influenza dell’amico, immaginando una vendetta dall’esito inaspettato. Scelta dell’Italia per la qualifica all’Oscar al miglior film straniero e Palma d’Oro attoriale a Cannes per lo straordinario Marcello Fonte.