The Essential Paolo Sorrentino: i tre film da recuperare del regista premio Oscar

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Di Simone Fabriziani

Secondo rumor non del tutto confermati dalla Universal Pictures Italia, l’atteso film biografico Loro sarà diviso in due parti della durata di due ore ciascuna, procedura per la distribuzione che coinvolgerà soltanto il mercato italiano in esclusiva. Il film-fiume dedicato alla figura di Silvio Berlusconi e diretto da Paolo Sorrentino potrebbe già arrivare nelle sale con il primo dei due capitoli a fine aprile.
In attesa del misterioso e allo stesso tempo ambizioso progetto che molto probabilmente polarizzerà le platee di tutto il mondo e la competizione di Cannes, ripercorriamo la filmografia del regista napoletano premiato con l’Oscar nel 2014 attraverso tre titoli chiave, lungometraggi imprescindibili per capire ed addentrarsi nel linguaggio cinematografico di Paolo Sorrentino. Scelti dalla redazione.
Le conseguenze dell’amore (2004)
Dopo il fulminante esordio alla regia per il grande schermo con L’uomo in più (2001), Sorrentino torna a lavorare con l’attore teatrale campano Toni Servillo portando sul grande schermo la tragedia di Titta Di Girolamo, corriere della mafia del Sud Italia confinato in un albergo del Nord dove tutto sembra scorrere uguale a sé stesso. Fino a che non arriva l’amore. Intelligente character study sulle duplicità dell’animo umano e atipico ed  originale punto di vista narrativo sul racconto della criminalità italiana, Le conseguenze dell’amore vince nell’anno successivo ben 5 David di Donatello, tra cui miglior film, miglior regia e attore protagonista.

Il divo (2008)
Tra il successo de le conseguenze dell’amore e l’exploit internazionale a Cannes 2008 Sorrentino firma il sottotono L’amico di famiglia (2006), ancora riflessione sulla piccola criminalità della provincia italiana con un notevole Giacomo Rizzo. Il battesimo del fuoco del cinema internazionale arriva però il premio della Giuria assegnato a Il divo, racconto sfrontato, pop e grottesco dell’ultimo governo di Giulio Andretti, dietro al cui enigmatica maschera ancora uno straordinario Toni Servillo. Racconto audace e sfacciato sulle forme misteriose del potere, Il divo si accaparra non solo il prestigioso premio a Cannes, ma l’anno successivo 7 David di Donatello (tra cui miglior attore e attrice non protagonista) e una candidatura all’Oscar per il magnifico trucco e acconciatura.

La grande bellezza (2013)
Dopo la conferma de Il divo, Paolo Sorrentino debutta in lingua inglese con This Must Be The Place nel 2011, personale omaggio alla musica dei Talkin’ Heads con uno strepitoso e rockettaro Sean Penn.  Ma la consacrazione definitiva arriva nel 2013 con la presentazione al festival di Cannes de La grande bellezza. Sguardo contraddittorio e felliniano sulla decadenza della città di Roma e di una società italiana sempre più lontana dall’impegno civile, è uno dei titoli in lingua italiana oramai più celebri della storia del cinema recente. Non solo 9 David di Donatello in patria, ma Golden Globe, Bafta e Oscar al miglior film straniero. Il film divide ancora oggi pubblico e critica, ma Paolo Sorrentino firma ad oggi il suo lungometraggio più ambizioso e allegorico entrando di diritto nell’Olimpo del cinema internazionale. Al film seguiranno l’anno successivo Youth – la giovinezza con due straordinari Michael Caine e Harvey Keitel, e la serie per Sky e HBO The Young Pope con un inedito Jude Law.
In attesa della maschera del potere di Silvio Berlusconi, ideale erede cinematografico di Giulio Andreotti e “Papa” Lenny Belardo.


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