Di Gabriele La Spina
Nel giro di pochissimi anni la televisione è riuscita a conquistare una grandissima fetta di pubblico cinefilo “rubata” alle sale cinematografiche. Numerosissimi i grandi nomi di Hollywood tra registi e attori che hanno deciso di prestarsi per le più grandi case di produzione televisive. Il 2016 ha segnato la dominazione di Netflix e una sempre costante HBO.
Eccetto i revival che hanno giocato sull’effetto nostalgia del pubblico, la televisione ha dimostrato di essere patria per i nuovi talenti molto più del cinema, dove iniziano a scarseggiare le idee per la major ormai ancorate alle continue produzioni di blandi remake e reboot. Nel corso del 2016 abbiamo avuto conferma delle grandi serie che ci hanno accompagnati per diversi anni fino ad oggi, e siamo stati sorpresi dalle nuove storie che abbiamo amato fin da subito.
Ecco la classifica dei 10 migliori prodotti televisivi dell’anno, dove nel podio capeggiano le tre più grandi serie che si sono contraddistinte per la profondità della loro sceneggiatura e le eccezionali performance del cast.
10. Una mamma per amica: Di nuovo insieme (Miniserie, Netflix)
Impossibile non riservare almeno un posto della classifica a uno dei revival più attesi di questo 2016. Anche se Gilmore Girls: A Year in the Life, sente fortemente il peso degli anni trascorsi del brusco finale della serie di Amy Sherman-Palladino, i protagonisti non hanno perso lo smalto e la chimica che ha contraddistinto i momenti migliori della serie con protagoniste Lauren Graham, Alexis Bledel, ma a sorpresa è Kelly Bishop ha offrire la migliore performance del cast. Ambientata circa otto anni dopo le vicende narrate in Una mamma per amica, il revival torna nell’immaginaria cittadina di Stars Hollow per raccontare come le vite di Lorelai Gilmore e di sua figlia Rory, così come dei loro eccentrici amici e conoscenti, vanno avanti nell’arco di un anno solare, tra amori non ancora sbocciati, altri cresciuti e alcuni del tutto nuovi.
9. The Night Of (Stagione 1, HBO)
La terribile disfatta della serie di grande successo True Detective, che è fallita nel tentativo di tornare in scena con una seconda stagione, ha spinto la HBO a trovare un degno erede. Così è stato con The Night Of, remake della serie inglese Criminal Justice. Nasir Khan, detto Kaz, è un giovane newyorkese figlio di genitori pakistani, che una sera, per andare a una festa con un amico, prende il taxi del padre. L’amico però gli dà buca e lui si trova ad attraversare la Grande Mela senza saper spegnere la luce che indica il servizio attivo. Sale così sul taxi una bella ragazza che vuole solo allontanarsi dalla città e andare alla spiaggia. Lui decide di accompagnarla e passano la notte insieme tra alcol, droga e sesso. Quando si risveglia Naz la trova morta al suo fianco: è l’inizio di un incubo. Nel panico lascia la casa di lei, dove erano tornati, e si porta dietro anche un coltello insanguinato, viene però fermato per guida in stato di ebbrezza e più tardi viene perquisito in centrale, dove gli trovano addosso l’arma del delitto che stavano cercando. Protagonisti Riz Ahmed e John Turturro.
8. Orange Is the New Black (Stagione 4, Netflix)
Nonostante i suoi quattro anni di vita, dopo una stagione non del tutto convincente, la serie su un carcere femminile più amata di sempre torna in grande forma abbracciando toni più drammatici, e soffermandosi come mai prima sulla psicologia di ogni personaggio. Jenji Kohan apre così le porte a una vera e propria rivoluzione attesa per la prossima stagione. Dal suo inizio Orange Is the New Black ruota attorno alle vite delle detenute del carcere federale femminile di Litchfield, nello stato di New York. La protagonista, Piper Chapman, ci finisce dopo essere stata arrestata per traffico di denaro sporco, nonostante si trattasse di un’infrazione avvenuta ben dieci anni prima. In tutto questo tempo, Piper aveva messo da parte la vita spregiudicata di allora – quando, “sperimentando” il suo lato omosessuale si era lasciata sedurre dalla trafficante Alex Vause – per ricostruirsi una vita borghese, semplice e felice, con il nuovo fidanzato, Larry Bloom. L’incarcerazione toglierà a Piper ogni certezza che aveva e la porterà in contatto con le altre carcerate, delle quali – lungo il corso della serie – saranno svelate le vicende che le hanno portate al Litchfield.
7. Black Mirror (Stagione 3, Netflix)
Un ritorno quasi a sorpresa quello della serie britannica che trova una nuova casa in Netflix. Anche se non tutti i 6 episodi brillano dell’originalità riscontrata nelle precedenti stagioni, Black Mirror riesce comunque a stregare per l’improbabilità dei suoi racconti. Una serie tv antologica inquietante, feroce e disturbante per le tematiche trattate e per il modo con cui esse vengono trattate; ideata, prodotta e scritta da Charlie Brooker, sceneggiatore e conduttore televisivo britannico, che con questa serie riesce a creare un surreale universo futuro, che a prima vista può sembrare di impossibile realizzazione, ma verso il quale, in realtà, ci stiamo dirigendo a grandi passi. La tecnologia descritta da Brooker, porta certo un miglioramento nella vita di tutti i giorni, ma d’altro canto rende i personaggi più chiusi in sé stessi, meno empatici e forse addirittura meno umani.
6. The Crown (Stagione 1, Netflix)
Il Duca di Edimburgo, Philip Mountbatten, accetta di sposare Elizabeth Windsor e di ubbidirle, acconsentendo a una frase che lei ha fatto aggiungere al voto nuziale. Alla morte di Re George VI sarà infatti lei a succedergli come Regina d’Inghilterra, circostanza che si verifica tragicamente durante l’ultimo governo di Winston Churchill, ancora deciso a reggere le sorti del regno nonostante l’età avanzata. Elizabeth diviene quindi regina e sceglie di conservare il suo nome, ma fin da subito le viene detto che dovrà rinunciare alla sua vita personale, perché d’ora in avanti sarà per sempre la corona a dover venire prima di tutto. Infatti Elizabeth si ritrova subito in contrasto con il marito (e con suo zio Lord Louis Mountbatten) e decide, suo malgrado, di trasferirsi con la famiglia a Buckingham Palace come da tradizione. Inoltre deve destreggiarsi tra le ambizioni di Anthony Eden, che vuole prendere il posto di Churchill a capo del partito conservatore, e quelle del principe Edward, Duca di Windsor, in cerca di riscatto alla corte da cui era stato allontanato dopo l’abdicazione del 1936. Firmata da Stephen Daldry, The Crown è sicuramente la serie rivelazione dell’anno per Netflix.
5. The Young Pope (Stagione 1, HBO)
Paolo Sorrentino realizza un prodotto di grande qualità, con estrema ironia e lo stile unico che ha contraddistinto le sue pellicole di successo in tutto il mondo. Un cast di grandi nomi formato da Jude Law, Diane Keaton e un sorprendente Silvio Orlando, contribuisce al successo della serie nata da una collaborazione tra Sky ed HBO. The Young Pope è incentrata sulla figura di Lenny Belardo, eletto Papa in un conclave che sembra sia stato pilotato dal cardinale Voiello, il Segretario di Stato, ma nessuno pare sapere chi sia veramente e quali progetti abbia. Ha scelto per sé il nome di Pio XIII e intende riportare la Chiesa su posizioni conservatrici nonostante sia quarantenne – dunque giovanissimo per la carica – e americano. Ha un rapporto conflittuale con il suo mentore, il cardinale Spencer, e un attaccamento molto forte alla suora che l’ha cresciuto, sorella Mary, che fa arrivare presso la Santa Sede. Tra i cardinali c’è inoltre Dussolier, cresciuto insieme a Belardo ma dalla prospettiva sulla Chiesa molto diversa.
4. Stranger Things (Stagione 1, Netflix)
Piccolo caso dell’anno, una serie che respira l’aria degli anni ’80 sia dal suo cast capitanato dall’icona Winona Ryder, sia dalle molteplici citazioni di vecchia generazione come Alien, E.T., Stand by Me; sia nella sua trama. È il 6 novembre 1983. Hakwins, remota e tranquilla cittadina dell’Indiana, viene turbata dalla scomparsa del dodicenne Will Byers (Noah Schnapp), avvenuta in circostanze misteriose. La prima ad accorgersi della mancanza è ovviamente sua madre, Joyce Byers (Winona Ryder) che, dopo averlo cercato in ogni dove insieme a Jonathan (Charlie Heaton), fratello maggiore di Will, si rivolge disperata alla polizia. Iniziano così le ricerche guidate da Jim Hopper (David Harbour), capo della polizia che si sente particolarmente coinvolto nella situazione avendo perso una figlia, morta alcuni anni prima.
3. American Crime Story – Il caso O.J. Simpson (Miniserie, FX)
Messo per un attimo da parte l’ormai stanco e usurato franchise di American Horror Story, Ryan Murphy produce e dirige una nuova miniserie con lo scopo di dare vita a un’antologia incentrata sui più grandi casi giudiziari della storia americana. Il calcio di inizio viene dato dall’eclatante caso O.J. Simpson, con una serie dalla grandiosa sceneggiatura, perfetta ricostruzione dei fatti di cronaca e del fenomeno mediatico che ne scaturì. A sorreggere il tutto un cast dove ogni attore offre la migliore performance della sua carriera, spiccano Sterling K. Brown e Courtney B. Vance, ma è Sarah Paulson ha stupire con il suo perfetto ritratto del procuratore Marcia Clark. The People v. O. J. Simpson, racconta il caso dell’ex campione di football americano e attore comico O. J. Simpson e il processo nel quale era stato imputato per uxoricidio. La serie è basata sul libro The Run of His Life: The People v. O. J. Simpson scritto dall’avvocato e analista legale Jeffrey Toobin nel 1997. La mattina del 13 giugno 1994 vengono ritrovati i corpi di Nicole Brown Simpson e Ron Goldman, assassinati all’ingresso del condominio di Brown Brentwood. I sospetti cadono subito sull’ex marito della Brown: la star nella NFL e attore O. J. Simpson.
2. Il trono di spade (Stagione 6, HBO)
Punta di diamante del panorama televisivo di HBO, Il trono di spade si conferma anno dopo anno come una delle più grandi serie mai realizzate. Con la sua sesta stagione è riuscita a rientrare nelle aspettative dell’ormai ingombrante schiera di telespettatori. mantenendo ancora alto l’interesse per un ormai purtroppo imminente finale. La grande serie fantasy basata sul ciclo di George R.R. Martin Cronache del ghiaccio e del fuoco, è ambientata in un territorio medioevale reinventato: dal gelido e terribile nord, passando per un centro silvestre, sino ad un sud caldo, marino e finanche desertico. Il lato misterico e soprannaturale incombe ma non regola le vicende dei protagonisti tutti presi da terreni intrighi, sopraffazioni e vendette, tremende vendette. Sette sono i regni, ognuno di questi dovrebbe riconoscere la supremazia di un singolo monarca, quello seduto sul trono più importante, il Trono di Spade, in una città-fortezza situata a sud di questo mondo così concepito e chiamata didascalicamente (ma anche con un certo savoir-faire onomastico) “Approdo del Re”.
1. Westworld (Stagione 1, HBO)
Quando sembrava che nessuno potesse spodestare “il trono” della migliore serie dell’anno, ecco arrivare Westworld, la più grande sorpresa dell’anno del piccolo schermo, nuovo successo di casa HBO. Tratto da Il mondo dei robot di Michael Chricton, la serie di Jonathan Nolan e Lisa Joy racconta il mondo di Westworld, un parco a tema abitato da androidi, chiamati residenti, che guidano gli ospiti in diverse avventure. Il parco e l’organizzazione che vi sta dietro nascondono però diversi segreti. Un cast fenomenale formato da Evan Rachel Wood, Anthony Hopkins, Tandie Newton, Ed Harris e James Marsden; sorregge una sceneggiatura in continua sospensione tra il genere scifi e mystery. Gioca sull’anacronismo e sugli stereotipi del genere, tenendo in pugno lo spettatore sulle vicende dei personaggi con continui twist della trama. Una prima stagione di alto livello qualitativo getta le basi per una grande promessa del piccolo schermo, ormai sempre più vicino alle gigantesche produzioni hollywoodiane.
Menzioni d’onore: This Is Us (NBC), serie comedy drama dal grande riscontro di pubblico che affonda le sue radici nei rapporti di coppia dei suoi protagonisti; American Horror Story: Roanoke (FX), apprezzabile tentativo di Ryan Murphy in found footage di dare nuova linfa a una serie ormai usurata; e poi Goliath (Amazon Studios), The Girlfriend Experience (Starz), Roots (History Channel), remake dell’omonima miniserie del 1977; e Atlanta (FX).
Le delusioni: Crisis In Six Scenes (Amazon Studios) serie in 6 episodi scritta, diretta e interpretata da Woody Allen su cui aleggiavano grandi aspettative, ma che è risultata un enorme fallimento dal comparto antiquato e poco efficace, dove paradossalmente è Miley Cyrus a salvare la baracca; Vinyl (HBO) il più grande insuccesso di sempre per HBO, non convince né il pubblico né la critica; Outcast (FX), X-Files (Fox) revival di cui si poteva fare a meno; The Walking Dead (AMC) giunta alla sua settima stagione la serie risente della grande stanchezza di una trama stantia, perdendo una considerevole fetta di pubblico dell’opinione che sarebbe dovuta finire almeno due stagioni fa.
Siete d’accordo con questa classifica? Quale nome manca all’appello e quale meriterebbe il primo posto?