Di Gabriele La Spina
Il movimento #MeToo, ha riportato alla luce nei mesi scorsi la vicenda lunga e turbolenta che ha scosso la famiglia di Woody Allen e Mia Farrow per decenni, riguardo il presunto abuso della figlia Dylan; l’ondata di femminismo hollywoodiana, e la campagna di tolleranza zero, ha irrimediabilmente lenito la carriera, seppur decennale, del regista, tanto da portare diversi interpreti che hanno lavorato per lui a pentirsi, con scuse ufficiali, e la donazione dei propri salari.
Per Allen tuttavia non sembra del tutto finita; infatti la discesa della sua imminente carriera sembra irrefrenabile. Mentre Amazon possiede i diritti di distribuzione di A Rainy Day in New York, sua ultima pellicola con Elle Fanning, Timothée Chalamet e Jude Law; senza alcuna intenzione di distribuirla nelle sale quest’anno; nuove dichiarazione di persone vicine al regista, rilasciate al sito di Page Six, confermano che si prenderà una pausa dal lavoro, dopo 44 anni di attività incessante.
“A Woody piace lavorare. Non si prende mai una vacanza. Ma quest’anno si prenderà del tempo libero fino a quando non troverà un sostenitore“; nessuno sembra infatti voler finanziare il prossimo progetto di Allen, riportato su IMDb per un rilascio nel 2020, ma che ancora aspetta di essere girato.
È dal 1981 che Allen non ha un anno senza alcuna uscita in sala, dopo Stardust Memories il regista si prese infatti un anno sabbatico, per poi riprendere a pieno regime per decenni girando almeno un film l’anno, se non due in alcuni casi.
Il movimento #MeToo, ironicamente guidato da suo figlio Ronan Farrow, ha ferito l’autore, che è stato accusato dalla figlia adottiva, Dylan Farrow, che ha riportato alla luce un caso di abuso sessuale su di lei avvenuto 26 anni fa. Allen non è mai stato formalmente accusato del crimine, anche se un giudice nel caso di affidamento dei figli di Allen contro Mia Farrow ha definito il comportamento di Allen nei confronti di Dylan “grossolanamente inappropriato”.
“Woody ha sempre avuto grandi attori. Le star davano prestigio ai suoi film, ma con il movimento #MeToo, è diventato tossico“, afferma un insider di Hollywood. La stessa fonte di Page Six afferma inoltre che Allen, dopo aver avuto numerosi produttori per i suoi film, si è ritrovato senza successo a cercare finanziatori anche in Europa, ma ormai ha esaurito le sue opzioni.
Tuttavia una fonte ufficiale, in rappresentazione di Allen, sembra smentire la situazione.
Fonte: Page Six