Di Gabriele La Spina
Oltre Lars Von Trier, Yorgos Lanthimos, Terry Gilliam e Claire Denis, anche Xavier Dolan è stato uno dei prestigiosi assenti all’annuncio di giovedì della line-up del Festival di Cannes 2018. Una delle tante mancanze che ha reso indubbiamente la selezione ufficiale del concorso, spoglia di nomi di spicco. Oggi il regista franco-canadese rivela a IndieWire che il suo film in questione, La mia vita con John F. Donovan era stato accettato dal festival, ma lui stesso insieme al suo team ha poi deciso di non portare più la pellicola sulla Croisette.
“Volevo mandarlo a Cannes, e l’ho fatto. Ma alcuni sviluppi dell’ultimo minuto ci hanno spinto a decidere che non era il posto ideale per il film in anteprima, e non posso dire di non essere d’accordo“, ha rivelato il regista, “il film è semplicemente ancora in post-produzione“. Il regista ha specificato la decisione di presentare il film altrove, senza scendere in particolari e ulteriori dettagli sulla motivazione della decisione. Viene da pensare al suo chiacchierato post su Instagram dove in qualche modo denunciava il bullismo mediatico della critica di Cannes, che il più delle volte tende a “sbranare” le pellicole degli autori, così come è accaduto al suo È solo la fine del mondo, ultima sua incursione a Cannes. Tuttavia Dolan dichiara: “Amo Cannes. Nonostante le sue contraddizioni tipiche e la tossicità occasionale, è un luogo dove le persone celebrano l’arte e la narrazione. ‘Donovan’ è un film che si concentra, tra l’altro sulla fama e l’ammirazione e illustra come gli artisti possano vivere la loro vita con integrità, sembrava così giusto per la premiere in un festival che celebra artisti e l’arte del cinema“, ha aggiunto, “Ma anche famoso per essere, storicamente, troppo glamour“.
Sembra dunque probabile che La mia vita con John F. Donovan sbarchi al lido di Venezia, e con probabilità ancora più alte al Festival di Toronto. Molte le scommesse sui titoli che potrebbero aggiungersi alla selezione di Cannes, il cui annuncio è atteso nei prossimi giorni. Ancora in discussione un possibile inserimento del film di Lars Von Trier, The House That Jack Built, che sembra a tutti gli effetti una patata bollente per il festival per delle scene di incredibile violenza, così come Loro di Paolo Sorrentino, film destinato a far discutere per il suo racconto. Resta inoltre il punto interrogativo di Netflix, invitato al dialogo da Thierry Fremaux, dopo la regola in vigore per cui nessun film che non arrivi in sala può concorrere nella sezione principale; ma per Roma di Alfonso Cuaron e The Other Side of The Wind di Orson Wells resta la sezione fuori concorso.
Fonte: IndieWire