Uno dei nomi più amati negli ultimi anni degli Academy, ma che quest’anno non ha replicato il successo con la sua ultima pellicola,
David O. Russell è uno dei registi americani contemporanei più interessanti in circolazione. Il 2010 è stato l’anno in cui cominciò il vero amore da parte degli Oscar, per questo regista e sceneggiatore, che portò in sala un dramma familiare, che da lì a poco avremo scoperto quanto sia pane per i suoi denti questo argomento, incentrato su una famiglia di boxeur.
E se ama trattare i temi delle famiglie, vedi I Heart Huckabees, The Fighter, Il lato positivo e il recente Joy, è anche vero che tratta i membri del proprio cast come una famiglia, ed è frequente ritrovare certi attori “feticci” in molte delle sue pellicole, una su tutte Jennifer Lawrence, che tanto deve a lui, tre delle sue nomination all’Oscar provengono dalle pellicole di O. Russell, compresa quella per cui ha vinto la statuetta. Nonostante le sue cinque nomination tra sceneggiatura e regia di O. Russell negli ultimi cinque anni però nessuna di queste si è trasformata in vittoria.
Ma è solo questione di tempo. Un Cinema efficace il suo, ironico e originale, con uno stile colmo di citazioni, spesso nostalgico. Joy rappresenta probabilmente uno dei punti più bassi della sua filmografia degli ultimi anni (infatti non lo troverete tra i suoi cinque migliori titoli), dalla blanda sceneggiatura con personaggi caricaturali e idee mal espresse, autocitazioni e mancanza di omogeneità. Eccovi dunque le cinque migliori pellicole di David O. Russell, in ordine di classifica, per cui fino ad oggi lo abbiamo ammirato.
Dickie (Christian Bale) è una ex promessa della boxe, arrivato a sfidare niente meno che Sugar Ray Leonard. Quella sconfitta segnò la fine della sua carriera. Tuttavia, trova un nuovo scopo nella vita quando comincia ad allenare il fratellastro Mickey (Mark Wahlberg), nel tentativo di tenere alto l’onore pugilistico della famiglia e della piccola cittadina di Lowell. Quello dello sport della boxe risulta ad oggi uno dei temi più sfruttati nel Cinema americano, infatti O. Russell non firma la sceneggiatura di questa pellicola ma si dedica soltanto alla regia tirando fuori il meglio da attori come Mark Wahlberg, Christian Bale e Melissa Leo, quest’ultimi due vincitori dell’Oscar grazie a questa pellicola. Un dramma incentrato su una famiglia la cui vita è stata sempre influenzata sulla boxe, a cui affida il senso della propria esistenza. Forse una delle pellicole meno personali di O. Russell, ma comunque abilmente diretta. Da qui fu amore dagli Academy.
Una pattuglia di tre soldati decide di mettere le mani su un tesoro ben nascosto dagli iracheni. Si tratta del mitico oro che Saddam Hussein ha sottratto al Kuwait e che ora è nascosto in chissà quale angolo del paese. L’affannosa caccia consente loro di scoprire i lati meno gloriosi dell’operazione “Tempesta nel deserto”. Qui O. Russell firma la sceneggiatura, e dirige un pezzo grosso come George Clooney, nonché Wahlberg che avrebbe poi richiamato per essere il suo boxeur. O. Russell inquadra con uno stile unico, mantenendo una vena malinconica e riflessiva, una tematica delicata come questa.
3. Amori & disastri (1996)
Un ancora sconosciuto David O. Russell muove i primi passi nel Cinema, e nella commedia, scrive un film corale estremamente brillante e ha dalla sua un cast nel suo periodo d’oro: Ben Stiller, Patricia Arquette e Tea Leoni. Mel Coplin (Ben Stiller), nonostante sia felicemente coniugato con Nancy (Patricia Arquette) e abbia apenna avuto un figlio, è tormentato da un cruccio: non conosce i suoi genitori naturali. Convinto sia giunto il momento di andarli a cercare, si mette sulle loro tracce, grazie all’aiuto di Tina, una psicologa che lavora per l’agenzia che si è occupata – ai tempi- dell’adozione di Mel. L’uomo inizia così un lungo viaggio attraverso gran parte degli Stati Uniti, mentre i genitori adottivi entrano in crisi. La pellicola viene quasi ignorata dalla critica e dal pubblico. Un film on the road da riscoprire.
2. Il lato positivo – Silver Linings Playbook (2012)
Pat Solatano (Bradley Cooper) è un uomo che soffre di un disturbo bipolare mai diagnosticato che esplode quando scopre che la moglie lo tradisce: l’amante scoperto finisce in ospedale, gravemente malmenato da Pat, mentre lui viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico. Dimesso anzitempo grazie a un intervento della madre, torna a vivere con i genitori e cerca di praticare il pensiero positivo per cambiare stesso e recuperare la moglie, che non può vedere per ordine del giudice. Le buone intenzioni però non danno i risultati sperati, almeno fino a quando non incontra Tiffany (Jennifer Lawrence), una bellissima ragazza in stato di sofferenza psichica a causa della morte del marito. Tiffany gli propone il suo aiuto ma Pat dovrà fare qualcosa in cambio per lei. Improvvisamente, le loro disastrate esistenze si trovano a una svolta e i due, non cambiando nulla di quello che sono, si ritrovano coinvolti in un rapporto che va al di là della semplice amicizia. Si ritorna al tema della famiglia, quella disfunzionale, tra manie compulsive, errori e speranze. O. Russell realizza la sua pellicola di maggiore successo, inizia un sodalizio ancora stabile fino ad oggi con Jennifer Lawrence, Bradley Cooper e Robert De Niro, che ci regalano le loro migliori performance degli ultimi anni. Indimenticabile e iconica la scena del ballo, alla fine della pellicola, dove si respira per certi versi la nostalgia delle pellicole degli anni ’80.
1. American Hustle (2013)
Durante gli anni Settanta, l’esperto di truffe Irving Rosenfeld (Christian Bale) e la complice Sydney Prosser (Amy Adams) sono costretti a lavorare con Richie DiMaso (Bradley Cooper), agente federale fuori controllo, per far luce su altri truffatori, mafiosi e politici, e ribaltare la loro posizione. Al centro del loro obiettivo vi è soprattutto Carmine Polito (Jeremy Renner), esponente politico locale. Rosalyn (Jennifer Lawrence), l’imprevedibile moglie di Irving, potrebbe essere però colei che più di ogni altro ha in mano le fila del gioco. O. Russell riavvolge il tempo e ci riporta dritti verso gli anni ’70, ne respiriamo l’aria e ne sentiamo la musica. La sua migliore sceneggiatura fino ad oggi incentrata sulle peripezie di un truffatore che si ritrova a lavorare con l’FBI. Ancora una volta dirige come nessuno il suo cast tirando fuori il meglio da Christian Bale, Amy Adams, Bradley Cooper e Jennifer Lawrence. Stile a non finire, per una grande armonia registica e una sceneggiatura estremamente solida.
Qual è il vostro film preferito di David O. Rusell? Diteci la vostra nei commenti.