Di Daniele Ambrosini
Non sempre Oscar e Golden Globe vanno di pari passo, in fondo a consegnare i globi dorati è un’associazione composta da soli 90 giornalisti, mentre a votare agli Oscar sono oltre 8000 personalità del mondo dello spettacolo hollywoodiano ed internazionale, è ovvio che le decisioni di un così ristretto gruppo non possano essere indicative di quelle che poi saranno le decisioni di una comunità ben più estesa; ma storicamente i Golden Globe sono un passaggio obbligato nella corsa agli Oscar, in quanto prima cerimonia della stagione dei premi e soprattutto per la risonanza che sono in grado di creare.
Ciò che rende però importanti i Golden Globe è proprio il fatto che essendo la prima serata di gala della stagione, sono il primo premio ad avere una vasta copertura mediatica, che può sfociare in un discreto passaparola ed in un’ottima pubblicità in un momento cruciale per gli Oscar come quello delle votazioni che, da tradizione, si aprono poco dopo la cerimonia dei Globe; quest’anno le votazioni si sono aperte proprio oggi, il giorno dopo, e si chiuderanno la settimana prossima, il 14 gennaio. I Globe hanno perciò il potere di mettere in risalto alcune produzioni rispetto ad altre in un momento fondamentale del loro percorso verso la statuetta dell’Academy, ma non solo. Un altro merito dei Globe è quello di riuscire a stabilire o avvalorare dei trend, che in numerosi casi poi vengono confermati dai premi successivi della awards season. Considerando la poca influenza dei premi della critica antecedenti alla cerimonia dei Golden Globe, possiamo dire che la corsa all’Oscar vera e propria comincia da questo momento.
Chi beneficerà maggiormente della vittoria ai Globe di quest’anno? Probabilmente Green Book. Il film di Peter Farrelly è stato infatti visto come uno dei principali contendenti per la statuetta al miglior film fin dalla sua vittoria al Festival di Toronto, e con i suoi principali concorrenti rimasti quasi completamente a bocca asciutta durante la prima premiazione della stagione, il suo status di front runner viene ulteriormente rafforzato. A Star Is Born, il favorito delle vigilia nella categoria drammatica, solitamente quella più rilevante per la corsa all’Oscar, è stato battuto a sorpresa da Bohemian Rhapsody, film che, forte anche della sua candidatura al Producers Guild Award, adesso dovrebbe avere la candidatura al miglior film assicurata, ma che non rappresenta, almeno al momento, una reale minaccia per il massimo riconoscimento in casa Academy. Certo, il percorso di Green Book da qui agli Oscar è ancora molto lungo, ma se questi primi, incoraggianti risultati dovessero essere confermati nel corso delle prossime settimane, non ce ne sarebbe per nessuno. Il peso delle polemiche che recentemente hanno circondato il film ha affondato solamente le possibilità di Viggo Mortensen di ottenere un riconoscimento (ai Globe è stato battuto da Christian Bale) e non il film in sé, la cui forte componente politica e sociale alla base sembra renderlo una scelta perfetta per gli Oscar, che da un paio d’anni a questa parte si sono fatti sempre più una questione politica. A giocare a suo sfavore è la classificazione come film commedia o musicale, infatti dagli inizi degli anni 2000 solamente due film hanno vinto il Globe di categoria e poi l’Oscar al miglior film: Chicago nel 2003 e The Artist nel 2012.
Pure gli attori ovviamente dovrebbero beneficiare del trend istituito dai Golden Globe, che quest’anno hanno praticamente confermato tutti i favoriti della critica statunitense, con l’unica, prevedibile aggiunta di Rami Malek, scelta popolare, perfettamente in linea con l’andamento particolarmente mainstream preso da tutta la stagione dei premi di quest’anno. A soccombere, come prevedibile, è il cinema indipendente e d’autore, è infatti difficile non considerare quelle di BlackKklansman, Se la strada potesse parlare e La favorita come delle vere e proprie sconfitte, e la sensazione è che questa situazione sia destinata a ripetersi.
Glenn Close e Olivia Colman, sono adesso le front runner ai prossimi Screen Actor Guild Awards e chi delle due riuscirà a conquistare la statuetta (immaginando che il BAFTA andrà all’inglese Colman) sarà automaticamente la favorita per la statuetta alla miglior attrice agli Oscar, dove ormai Lady Gaga è un’avversaria sempre meno insidiosa. Tra gli uomini vincono Christian Bale e Rami Malek, e non viene difficile immaginare che questa vittoria possa avere una risonanza tale da mettere in secondo piano sia Bradley Cooper che Viggo Mortensen e rendere la corsa alla statuetta una corsa a due, soprattutto considerando che negli ultimi 9 anni l’Oscar per gli interpreti protagonisti (sia uomini che donne) è sempre andato ad uno dei due interpreti premiati ai Globe. Per gli attori di supporto quello dei Globe vale una statistica simile: negli ultimi 10 anni, infatti, i vincitori del Globe sono poi stati confermati agli Oscar in ben 8 diverse occasioni, sia per gli uomini che per le donne.
Per vedere se i trend avviati dai Golden Globe verranno mantenuti e se i premi assegnati la scorsa notte saranno realmente in grado di influenzare il corso della stagione dei premi ed i risultati degli Oscar, non ci resta che aspettare. Le candidature agli Oscar verranno annunciate il prossimo 22 gennaio.