Di Alfredo Di Domenico
Sir Peter Jackson ha il merito di
aver riscritto le regole del genere cinematografico fantasy, oltre a quello di
aver portato sullo schermo una delle opere più rappresentative della
letteratura del XX° secolo. Con la sua trilogia de Il Signore
degli Anelli si è imposto come uno dei più visionari e poliedrici cineasti del
nostro tempo, perfezionista ed attento al dettaglio è famoso per la maniacale
preparazione e documentazione riguardo
ai film che si accinge a dirigere, oltre che amante dell’innovazione
cinematografica di cui, nei film dei che ha diretto sino ad oggi, ne ha sempre
dato grande sfoggio.
Nonostante sia attivo dalla fine
degli anno ’80 la sua filmografia appare molto scarna e il primo film degno di
nota risale al 1995 dal titolo Creature del Cielo con una giovane, quasi
esordiente, Kate Winslet. In quel periodo si era messo già all’opera per
adattamento dell’opera di J. R. R. Tolkien che vedrà la luce solo qualche anno dopo. Per
tutti gli anni ’00 i romanzi di Tolkien caratterizzeranno la sua produzione prima
con Il Signore degli Anelli poi con Lo Hobbit, senza dimenticare il bellissimo
Gli Amabili Resti e il remake di King Kong, vincitore di 3 Oscar. In attesa di un nuovo progetto ripercorriamo
la sua carriera attraverso le sue opere migliori.
Una storia vera ambientata in
Nuova Zelanda nel 1952, tratta dal diario di una delle due protagoniste
dell’atroce fatto di cronaca. Juliet e Pauline, due quattordicenni compagne di
scuola, stringono tra loro un’amicizia morbosa. Le ragazze si ribellano al
conformismo e al grigiore della società che le circonda e danno libero sfogo
alla fantasia: si rifugiano nel loro piccolo mondo irreale, contrario
all’ipocrisia della famiglia e al formalismo della scuola. Quando la madre di
Pauline minaccia di separarle, la ragazza non esita a ucciderla. A metà tra
sogno e realtà questo film ci presenta un acerbo Peter Jackson che, attivo già
da qualche anno, raggiunge la consacrazione mondiale grazie a questo film. Una
storia dura e controversa ma riportata in modo fedele e non edulcorato dove
trionfano le atmosfere oniriche che verranno riprese, ricalcate e migliorate
quasi una decade dopo con Gli amabili resti. Primo grande successo e vittoria del
premio per la Regia a Venezia.
Nuova Zelanda nel 1952, tratta dal diario di una delle due protagoniste
dell’atroce fatto di cronaca. Juliet e Pauline, due quattordicenni compagne di
scuola, stringono tra loro un’amicizia morbosa. Le ragazze si ribellano al
conformismo e al grigiore della società che le circonda e danno libero sfogo
alla fantasia: si rifugiano nel loro piccolo mondo irreale, contrario
all’ipocrisia della famiglia e al formalismo della scuola. Quando la madre di
Pauline minaccia di separarle, la ragazza non esita a ucciderla. A metà tra
sogno e realtà questo film ci presenta un acerbo Peter Jackson che, attivo già
da qualche anno, raggiunge la consacrazione mondiale grazie a questo film. Una
storia dura e controversa ma riportata in modo fedele e non edulcorato dove
trionfano le atmosfere oniriche che verranno riprese, ricalcate e migliorate
quasi una decade dopo con Gli amabili resti. Primo grande successo e vittoria del
premio per la Regia a Venezia.
Nel 2003 si conclude il viaggio
nelle Terra di Mezzo, l’Anello del potere è stato di distrutto e il malefico
Sauron Sconfitto. Prima di giungere all’ epico epilogo ci sono voluti ben 8 anni tra
pre produzione, riprese e tutto quello he che ne consegue. Con un budget
complessivo di 281 milioni di dollari è considerato uno dei progetti più grandi
e ambiziosi mai intrapresi nella storia del cinema e la serie è stata uno dei
più grandi successi cinematografici di sempre ricevendo numerosi riconoscimenti
riscuotendo larghi consensi da pubblico e dalla critica. Insieme a Ben-Hur e
Titanic, il suo terzo capitolo, Il ritorno del re, è il film che ha avuto il maggior
numero di premi Oscar, 11 compreso quello per la Regia, complessivamente la
trilogia è la più vittoriosa della storia: 17 statuette vinte e ben 30
nomination agli Oscar. Premi e riconoscimenti a parte il film di Jackson ha
riportato in auge il genere fantasy, riscrivendone le regole ed aprendo le
porte ad una nuova ondata di film e serie tv del genere. Opulento e altisonante
ogni film della serie è un piccolo gioiello dal forte impatto visivo complici i
paesaggi mozzafiato della Nuova Zelanda, paese natale di Peter Jackson dove si
sono svolte le riprese di tutti i film. Ben
10 anni dopo Jackson ritornerà nella Terra di Mezzo con la trasposizione de Lo
Hobbit, richiamando a se vecchi componenti del cast dei film precedenti e riscuotendo
sempre un grande successo di pubblico, forse meno di critica, ma alzando ancora
una volta l’asticella della qualità dei suoi film.
nelle Terra di Mezzo, l’Anello del potere è stato di distrutto e il malefico
Sauron Sconfitto. Prima di giungere all’ epico epilogo ci sono voluti ben 8 anni tra
pre produzione, riprese e tutto quello he che ne consegue. Con un budget
complessivo di 281 milioni di dollari è considerato uno dei progetti più grandi
e ambiziosi mai intrapresi nella storia del cinema e la serie è stata uno dei
più grandi successi cinematografici di sempre ricevendo numerosi riconoscimenti
riscuotendo larghi consensi da pubblico e dalla critica. Insieme a Ben-Hur e
Titanic, il suo terzo capitolo, Il ritorno del re, è il film che ha avuto il maggior
numero di premi Oscar, 11 compreso quello per la Regia, complessivamente la
trilogia è la più vittoriosa della storia: 17 statuette vinte e ben 30
nomination agli Oscar. Premi e riconoscimenti a parte il film di Jackson ha
riportato in auge il genere fantasy, riscrivendone le regole ed aprendo le
porte ad una nuova ondata di film e serie tv del genere. Opulento e altisonante
ogni film della serie è un piccolo gioiello dal forte impatto visivo complici i
paesaggi mozzafiato della Nuova Zelanda, paese natale di Peter Jackson dove si
sono svolte le riprese di tutti i film. Ben
10 anni dopo Jackson ritornerà nella Terra di Mezzo con la trasposizione de Lo
Hobbit, richiamando a se vecchi componenti del cast dei film precedenti e riscuotendo
sempre un grande successo di pubblico, forse meno di critica, ma alzando ancora
una volta l’asticella della qualità dei suoi film.
Amabili resti (2009)
Dopo i fasti de Il Signore degli Anelli,
dopo il trionfo agli Oscar Jackson si cimenta in qualcosa di più “modesto”,
quasi intimista, agli antipodi di quello che ha realizzato prima senza tuttavia
allontanarsi dalla mondo fantasy. Nel 2009 Jackson porta sullo schermo l’adattamento
cinematografico dell’omonimo romanzo di Alice Sebold che racconta la storia
della giovane adolescente Susie Salmon, barbaramente uccisa e che veglia
dall’alto la sua famiglia e il suo assassino. Un film che non ti aspetti da un
regista come Peter Jackson, un dramma duro, dolente ma anche etereo e sognante
dal forte impatto visivo. Servito da un cast eccezionale, capitanato dalla
straordinaria Saoirse Ronan, il film non raggiunge i livelli dei film
precedenti ma resta comunque un’ opera difficile da dimenticare sia per i temi
trattati, la ferocia di alcune scene, sia per gli onirici mondi dell’aldilà. Un
netto cambiamento di rotta per Peter Jackson a cui evidentemente serviva un
momento di stacco dalle grandi produzioni a col progetto successivo, King Kong.
dopo il trionfo agli Oscar Jackson si cimenta in qualcosa di più “modesto”,
quasi intimista, agli antipodi di quello che ha realizzato prima senza tuttavia
allontanarsi dalla mondo fantasy. Nel 2009 Jackson porta sullo schermo l’adattamento
cinematografico dell’omonimo romanzo di Alice Sebold che racconta la storia
della giovane adolescente Susie Salmon, barbaramente uccisa e che veglia
dall’alto la sua famiglia e il suo assassino. Un film che non ti aspetti da un
regista come Peter Jackson, un dramma duro, dolente ma anche etereo e sognante
dal forte impatto visivo. Servito da un cast eccezionale, capitanato dalla
straordinaria Saoirse Ronan, il film non raggiunge i livelli dei film
precedenti ma resta comunque un’ opera difficile da dimenticare sia per i temi
trattati, la ferocia di alcune scene, sia per gli onirici mondi dell’aldilà. Un
netto cambiamento di rotta per Peter Jackson a cui evidentemente serviva un
momento di stacco dalle grandi produzioni a col progetto successivo, King Kong.