Oscar 2015- Miglior Attrice Protagonista

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A leggere i commenti sulle più quotate riviste di
cinema d’oltreoceano pare che anche quest’anno la categoria migliore attrice
protagonista sia segnata, come lo fu l’anno scorso da Cate Blanchett, da una
performance fuori dall’ordinario che ha sbalordito tutti: quella di Julianne
Moore in “Still Alice”.
Certo, i giochi sono ancora aperti, le carte
possono rimescolarsi all’ultimo minuto e la cinquina di candidati riserva
sempre sorprese, è Hollywood dopotutto, e anche se la categoria degli attori è
la più rispettata l’industria cinematografica è imprevedibile: l’anno scorso la
Streep fu candidata a sorpresa e rimase esclusa la Thompson data per grande
favorita solamente qualche mese prima. E come si fa, direte voi, a scegliere
tra due magnifici mostri di quel calibro?
Le tre super-favorite, quasi sicuramente candidate,
sono tre stelle molto amate dal pubblico:
Julianne Moore per “Still Alice”
‪‎
Rosamund Pike per “L’Amore Bugiardo”
‪‎
Reese Witherspoonper per “Wild”

quest’ultima brava ma ingiustamente
vincitrice alla sua prima candidatura per “Walk the line”, l’anno in cui poteva
più meritatamente, a mio avviso, vincere Felicity Huffman per la sua incredibile
trasformazione vocale e fisica  in “Transamerica”.

Si sa, entrano in gioco
simpatia e box office, e quest’ultimo elemento prende spesso il sopravvento:
come giudicare altrimenti la vittoria di Jennifer Lawrence per la modesta prova
ne “Il lato positivo” giudicata evidentemente superiore a quella della Chastain
in “Zero dark thirty”? Misteri.
Prima di una rapida carrellata sulle performances
più stimolanti l’elenco delle altre meravigliose pretendenti:

Amy Adams per “Big
Eyes”
(per me la Adams è sopravvalutata, ve lo dico!)

‪‎Emily Blunt
per “Into the Woods”

‪‎Jessica Chastain
per “A Most Violent Year”

‪‎Marion Cotillard
per “Due Giorni, Una Notte”

‪‎Anne Hathaway per   “Interstellar”

‪‎Felicity Jones per  “La Teoria del Tutto”

Hilary Swank per “The
Homesman”

Scarlett Johansson per “Under the skin”

Maggie Smith per “My old lady”

Su “ The Hollywood Reporter” la prova della Moore è
definita come il punto più alto della sua carriera: preparatasi adeguatamente
con una full immersion che prevedeva il contatto diretto con associazioni e
ammalati di Alzheimer la bella Julianne indaga sul come ci si sente nello
scomparire a se stessi,  progressivamente,
per via di una malattia devastante.  Al
Toronto International Film Festival l’accoglienza alla star dopo la proiezione
del film è stata entusiasmante; gli ammiratori  estasiati volevano toccarla e complimentarsi, lei,
imbarazzatissima e sorpresa per tanto inaspettato calore, non si è sottratta
all’affetto dei fans.
Nel film “L’amore bugiardo” è la Pike ad emergere
su tutti in un film controverso, vagamente hitchcockiano, in cui il personaggio
femminile è il più interessante e sfuggente.
Molto quotata anche la brava Marion Cotillard in “Due
giorni una notte”, film in cui interpreta un personaggio fragile e incline al
pianto, forse anche troppo, film che mette al centro della storia la
possibilità di compiere delle scelte che possono cambiare radicalmente la vita,
come l’essere valutati e apprezzati a prescindere dal proprio passato e misurare
la codardia di colleghi e conoscenti nelle guerre tra poveri che i periodi di crisi
inevitabilmente portano. Cotillard si conferma una grande attrice.

La prova di Felicity Jones, altra papabile,
potrebbe essere esaltata dall’effetto vagonata se il film “La Teoria del
Tutto” dovesse ottenere molte nominations.
Infine c’è la Witherspoon, da non sottovalutare in
quanto ottima professionista: l’ho vista in “Mud” in una parte secondaria e mi
ha letteralmente impressionato, è maturata e più sicura, sperduta e
inafferrabile, sicuramente un cavallo di razza su cui puntare; la vedremo
impegnata nel nuovo film di Jean-Marc Vallèe, il regista canadese che ha
diretto Dallas Buyers Club,  film che è
valso l’Oscar come Miglior Attore a Matthew McConaughey.

(à suivre…)


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