Di Simone Fabriziani
I risultati dei Writers Guild Awards hanno confermato quanto, anche questo anno, la corsa alla statuetta maggiore sia materia dei più variopinti slanci di pronostici e previsioni qui ed oltreoceano, posizionando per l’Oscar al miglior film ben tre titoli in testa; l’ultimo arrivato ad insidiare il podio è Scappa – Get Out, horror indie scritto e diretto dall’esordiente (almeno dietro la macchina da presa cinematografica) Jordan Peele.
Presentato lo scorso anno al Sundance Film Festival come “secret screening” ed uscito nelle sale Usa poche settimane dopo nel mese di Febbraio, Get Out ha rappresentato il vento di freschezza autoriale che molto del genere thriller/horror statunitense sentiva mancare da molto tempo. Coniugando una struttura tipicamente “da brivido” cinematografico alla grande satira sociale, Jordan Peele colpisce nel segno e segna il maggiore incasso totale per un film indipendente del 2017, scavalcando nuove vette per il genere horror d’autore. I grandi incassi e il passaparola mediatico di Get Out non tardano a farsi sentire anche nel circuito dei premi e della critica oltreoceano, dove il film a partire dalle prime settimane di Dicembre inizia a racimolare nomination importanti e il maggior numero di riconoscimenti al miglior film da parte dei critics circle americani. La corsa trionfare culmina con le 4 nomination agli Academy Awards, tra cui film, regia e sceneggiatura per Peele e attore protagonista per Daniel Kaluuya.
Sebbene il grosso dei premi dell’industria e della stampa internazionale si sia equamente divisi tra La forma dell’acqua e Tre manifesti a Ebbing, Missouri, il film di Peele potrebbe essere quello che ne beneficerà al momento del voto preferenziale adottato dall’Academy, che vi avevamo esemplificato già lo scorso anno , un sistema di voto che non premia le prime scelte dei suoi membri, bensì i titoli che tendono a piazzarsi sistematicamente tra le prime tre, quattro posizioni, a meno di una maggioranza numerica del 51% di voti in prima posizione di un titolo condiviso al primo turno. Un sistema che negli ultimissimi anni ha premiato gli underdog, i film non esattamente favoriti della statistica tradizionale.
Una traiettoria che vola basso e che potrebbe seguire anche il film di Jordan Peele, facendo il verso alla vittorie un po inaspettate di titoli recenti come Moonlight e Il caso Spotlight, non esattamente i lungometraggi favoriti per numero e prestigio dei premi visti in collettivo, lungometraggi che in comune hanno avuto, guarda caso, dalla loro il trionfo chiave presso il sindacato degli sceneggiatori, negli anni un indicatore sempre più forte per determinare i titoli sul podio per la statuetta principale.
Una corsa all’Oscar che si risolve, allo stato attuale delle cose, a tre titoli: La forma dell’acqua, Tre manifesti a Ebbing, Missouri e Scappa- Get Out. In attesa dei risultati dei Bafta di questa domenica, noi preventiviamo già una ipotesi accademica e sempre più realistica di vittoria contro ogni pronostico tradizionale. E poi non dite che non ve lo avevamo detto.