Oscar 2022: potrebbe essere sfida tra Jane Campion e Steven Spielberg, come nel 1994

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Di Simone Fabriziani

Con l’arrivo del nuovo anno, arrivano anche le prime cerimonie di premiazione, le prime candidature “pesanti” della stagione dei premi, il responso dell’industria hollywoodiana e le sue “guilds” (i vari sindacati per professione), ben più importante dei risultati dei Golden Globe o dei Critics’ Choice Awards. Se quasi tutta la stampa Usa si è schierata dalla parte di Jane Campion e il suo Il potere del cane con innumerevoli premi alla regia e alla sceneggiatura ( a partire, a onor del vero, dal Leone d’Argento alla regia vinto a Venezia), non è detto che l’industria cinematografica Usa non possa “abbracciare” un’altra personalità dietro la macchina da presa.

Se dunque non Jane Campion, che in ogni caso rimane saldamente la favorita all’Oscar previa attesa candidatura, chi altro potrebbe giocarsi la statuetta? Il Kenneth Branagh di Belfast (film peraltro ancora favorito virtuale all’Oscar maggiore), il Denis Villeneuve per il kolossal Dune, oppure il sorprendente Steven Spielberg per il musical West Side Story?

Se il regista premio Oscar per Schindler’s List e Salvate il soldato Ryan dovesse ottenere una nuova nomination per la sua nuova versione del musical West Side Story, si riproporrebbe una sfida che già si era creata nel lontano 1994, quando Spielberg era candidato per Schindler’s List mentre la Campion gareggiava, nella stessa categoria, per Lezioni di piano.

In quell’anno, Spielberg prevalse alla miglior regia dopo ben cinque candidature andate a vuoto, mentre l’autrice neozelandese si “accontentò” della statuetta alla sceneggiatura originale. E se quest’anno fosse il momento della ribalta per Jane Campion contro il “torto” subito dall’autore di Schindler’s List? Sarebbe il primo Oscar alla regia per la regista neozelandese, e solamente il terzo ad una regista donna dopo i trionfi di Kathryn Bigelow e, proprio lo scorso anno, di Chloé Zhao.
Staremo a vedere, a partire dai risultati dei Golden Globe, quest’anno attesi domenica 9 gennaio in una cerimonia che non verrà trasmessa su alcuna emittente televisiva, prima a causa della marea di scandali che ha travolto la Hollywood Foreign Press Association, poi per l’emergenza Covid dilagante.


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