Oscar 2024, tutte le categorie indecise fino all’ultimo

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Di Simone Fabriziani

Nella notte tra domenica 10 e lunedì 11 marzo finalmente la cerimonia di premiazione dei 96° Oscar. In un’edizione dominata sin dall’inizio della stagione dei premi da Oppenheimer e Christopher Nolan, poche saranno le categorie de seguire con il fiato sospeso. E quindi, se miglior film, regia, attore protagonista, attore ed attrice non protagonista sembrano già assegnati sulla carta, vediamo assieme quali sono invece le categorie indecise fino all’apertura della busta.

Miglior attrice protagonista

Golden Globe Drama e SAG Award per Lily Gladstone in Killers of the Flower Moon, Golden Globe Comedy/Musical, Critics’ Choice e Bafta per Emma Stone nel suo Povere Creature. La statuetta femminile principale della nottata sarà stabilita probabilmente per una manciata di voti

A favore di Lily Gladstone: La narrativa della prima interprete nativa americana, le spinte verso l’inclusività e la maggiore rappresentazione delle minoranze ad Hollywood, la vittoria storica ai Golden Globe e la standing ovation ai SAG.

A favore di Emma Stone: Performance fisicamente coraggiosa, in più Povere Creature dovrebbe competere in altre categorie tecniche, mentre Killers of the Flower Moon ha alcune debolezze: snobbato dall’Academy nelle categorie dell’attore protagonista e della sceneggiatura non originale. Mentre Lily Gladstone, ai Bafta, nemmeno è rientrata nella cinquina femminile.

Miglior sceneggiatura originale

I trofei per la sceneggiatura originale sono stati così ripartiti: Golden Globe ad Anatomia di una caduta, Critics’ Choice Award a Barbie (ma agli Oscar compete in adapted), e Bafta di nuovo al film di Justine Triet. Logica vuole che l’Academy premi in massa il film francese già trionfatore a Cannes 2023, eppure il fatto che i Writers Guild Awards sveleranno i propri vincitori soltanto ad aprile ci indica che possa realisticamente esserci spazio per una sorpresa. Qualora i WGA dovessero scegliere, a posteriori, lo script di The Holdovers o Past Lives (Anatomia non è candidato ai premi del sindacato) e uno dei due titoli scritti rispettivamente da David Hemingson e Celine Song ha guarda caso trionfato agli Academy Awards, ve lo avevamo detto qui.

A favore di Anatomia di una caduta: Golden Globe e Bafta di categoria, il film francese ha ottenuto 5 candidature storiche incluse quelle al miglior film, la regia e all’attrice protagonista. Il supporto c’è e sembra sostanzioso.

A favore di The Holdovers: il film di Alexander Payne è il favorito nella categoria della miglior attrice non protagonista e, in assenza dei risultati dei WGA Awards, non sapremo mai se lo script di David Hemingson possa concretamente dare del filo da torcere a quello di Justine Triet ed Arthur Harari.

A favore di Past Lives: stesso discorso per The Holdovers.

Miglior sceneggiatura non originale

Certo, American Fiction ha già ottenuto il Critics Choice Award, il Bafta e lo Scripter Award nella categoria preposta. Ma con la presenza di Greta Gerwig e Noah Baumbach per Barbie nella stessa cinquina (sceneggiatura che ai Critics’ Choice ha vinto la statuetta in Original ed è stata candidata nella stessa sezione ai WGA Awards), è incerto stabilire se molti membri dell’Academy preferiranno dare qui il contentino al film campione d’incassi dello scorso anno, anche e soprattutto alla luce delle polemiche sull’assenza della Gerwig nella categoria della miglior regia. E poi, c’è sempre il super-favorito al miglior film Oppenheimer, che ruberà voti in cinquina: ma a danno o favore di chi?

A favore di American Fiction: Critics’ Choice Award, Bafta e Scripter Award. Il lungometraggio di Cord Jefferson racconta l’esperienza della comunità afroamericana con piglio intelligente ed inedito, tematica capace di risuonare in molti membri dell’Academy.

A favore di Barbie: la sceneggiatura in tandem di Gerwig e Baumbach ha già mostrato sostegno vincendo in Original ai Critics’ Choice Awards; per tale motivo, non ha mai fatto concorrrenza diretta ad American Fiction nella stessa categoria: gli toglierà considerevoli voti a suo favore?

A favore di Oppenheimer: è il superfavorito dell’edizione 2024, potrebbe semplicemente rubare voti ai due titoli sopracitati e fare “piazza pulita” delle statuette a cui è candidato. E chissà che a posteriori possa essere il film di Nolan il favorito ai WGA Awards, per i quali la nomination l’ha ottenuta.

Miglior scenografia

Lotta senza esclusione di colpi tra Barbie, Povere Creature e Oppenheimer. 

A favore di Barbie: ha vinto il Critics’ Choice e il premio degli arredatori di set, ed è il film più popolare e visto dell’intera cinquina, volente o nolente. Un film dove la ricostruzione di Barbie Land gioca un ruolo fondamentale.

A favore di Povere Creature: ha già ottenuto il Bafta e l’Art Directors Guild Award del sindacato scenografi per un film fantasy. Statisticamente, l’Oscar dovrebbe essere suo.

A favore di Oppenheimer: il suo status di frontrunner lo rende una “minaccia” se Barbie e Povere Creature dovessero mangiarsi voti a vicenda; inoltre, Oppenheimer ha vinto l’Art Directors Guild Award per un film d’epoca.

Migliori costumi

Sfida fino all’ultimo voto tra Povere Creature e Barbie.

A favore di Povere Creature: trionfatore di categoria ai Bafta e ai Costume Designers Guild Awards per un film d’epoca, il film di Lanthimos è generalmente meglio posizionato di Barbie nella corsa ad altre statuette. Dovrebbe essere il favorito.

A favore di Barbie: vincitore di categoria ai Critics’ Choice Awards e del Costume Designers Guild Award per un film fantasy, giocherà anche qui l’estrema popolarità del film tra i molti membri dell’Academy. La statuetta ai costumi è letteralmente sul filo di lana.

Miglior trucco ed acconciatura

L’Oscar dovrebbe essere esclusivo appannaggio di soli due titoli: Povere Creature e Maestro.

A favore di Povere Creature: ha vinto il Bafta di categoria, ha quindi l’ipotetico sostegno del voto internazionale e britannico. Inoltre, come dicevamo in precedenza, il film di Yorgos Lanthimos si posiziona molto meglio in altre categorie, soprattutto rispetto a Maestro.

A favore di Maestro: il biopic di e con Bradley Cooper ha vinto il premio del sindacato truccatori, e la trasformazione del protagonista in Leonard Bernstein è oggettivamente impressionate. Sarà sufficiente per una vittoria?

Miglior canzone originale

Curiosamente, in questo caso l’Oscar musicale di categoria è tutto appannaggio di Barbie, che sfida praticamente se stesso con due canzoni differenti: “What Was I Made For?” di Billie Eilish e Finneas O’Connell, e l’orecchiabile “I’m Just Ken” di Mark Ronson ed Andrew Wyatt, cantata nel film da Ryan Gosling.

A favore di What Was I Made For: ha già ottenuto il Golden Globe e il Grammy Award, due premi non da poco e che statisticamente sono particolarmente fruttuosi in ottica Oscar. Ma la canzone, seppur bellissima e malinconia ballad, non è orecchiabile come la seconda, e Billie Eilish ha già un Oscar, ottenuto qualche anno fa per No Time To Die.

A favore di I’m Just Ken: l’ironica canzone cantata dal Ken di Ryan Gosling ha battuto Billie Eilish ai Critics’ Choice Awards, ed è senza dubbio la melodia che tutti, ma proprio tutti ricordano dopo la visione del film. Di fronte ad un voto popolare molto ampio, non è impossibile che numericamente ce la possa fare e batta la song più blasonata nello stesso film.

Miglior suono

Una questione privata tra il bombastico Oppenheimer e l’inquietante La zona d’interesse

A favore di La zona d’interesse: ai Bafta, ha battuto a sorpresa Oppenheimer per il miglior suono; sarà che quella di Glazer è una co-produzione britannica, eppure riuscire a scavalcare il lungometraggio front runner della cerimonia non è da poco. Forse il voto internazionale è dalla parte dell’agghiacciante dramma sull’Olocausto candidato a 5 Oscar.

A favore di Oppenheimer: trionfatore di categoria ai premi del sindacato dei tecnici e dei montatori del suono, statisticamente la statuetta dovrebbe essere sua. Anche perché è il super-favorito dell’edizione 2024 dei premi, ma è anche più semplicemente il biopic sul padre della bomba atomica. Perché dovrebbe perdere proprio la statuetta per il suono? Improbabile, ma non impossibile.

Migliori effetti visivi

The Creator di Gareth Edwards dovrebbe essere il vincitore di default di una cinquina particolarmente debole, ci sarà spazio per una possibile sorpresa dell’ultimo minuto?

A favore di The Creator: candidato a due premi Oscar (ha ricevuto una nomination a sorpresa per il suono), lo sci-fi di Edwards ha già ottenuto il premio massimo della Visual Effects Society. Eppure, ai Critics’ Choice Awards e ai Bafta non è andata così: rispettivamente, i riconoscimenti sono andati a Oppenheimer e Povere Creature, che nella cinquina degli Oscar nemmeno ci sono. Lo spazio per un upset dell’ultimo minuto è realistico, e potrebbe arrivare dal Giappone.

A favore di Godzilla Minus One: il prequel giapponese sul celebere mostro post-atomico sta facendo incassi da capogiro in Usa e il passaparola anche tra gli addetti ai lavori è più che positivo. Se l’hype e l’entusiasmo per Godzilla Minus One dovessero concretizzarsi nel corso della notte degli Oscar, il Giappone strapperà la statuetta a The Creator.

Miglior film d’animazione

A sfangarla dovrebbe farcela Spider-Man: Across The Spider-Verse, ma non sottovalutate le chance di Hayao Myazaki e del suo Il ragazzo e l’airone…

A favore di Spider-Man: ha già vinto il Critics’ Choice Award, il Producers Guild Award, l’Annie Award all’animazione dell’anno ed una pioggia di riconoscimenti dei sindacati più tecnici. Un risultato straordinario che statisticamente lo catapulta dritto dritto in vetta ai pronostici di categoria.

A favore de Il ragazzo e l’airone: nonostante il dominio di Marvel/Sony in categoria, Hayao Miyazaki ed il suo ultimo, poetico film hanno ottenuto il Golden Globe ed il Bafta come film animato dell’anno. Segno che la frangia più internazionale dell’Academy potrebbe spostare l’ago della bilancia a favore del Giappone, ancora una volta.


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