Oscar, la sfida per il miglior film è tra ‘Tre manifesti a Ebbing, Missouri’, ‘La forma dell’acqua’ e ‘Scappa – Get Out’

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Di Simone Fabriziani

Mancano soltanto cinque giorni alla cerimonia di premiazione dei 90° Academy Awards, le statuette dorate più ambite di Hollywood il cui show di gala è programmato per domenica 4 Marzo presso il Dolby Theatre di Los Angeles. Chi si porterà a casa l’Oscar principale al miglior film?

Nonostante le previsioni oltreoceano tendano già ad incoronare vincitore assoluto Tre manifesti a Ebbing, Missouri dopo il dominio incontrastato ai Bafta, il sistema di voto preferenziale adottato dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences ha però favorito negli ultimissimi anni il titolo del “compromesso”, il lungometraggio che ha cercato di mettere d’accordo tutti, quel mix vincente di grande tematica sociale e plauso unanime, in poche parole: il film vincitore dell’Oscar sotto il sistema preferenziale di voto deve mettere d’accordo tutti e deve evitare le controversie.
Ecco il prospetto dei premi maggiori pre-Oscar, suddivisi nei tre titoli in gioco per la statuetta:
Tre manifesti a Ebbing, Missouri:
4 Golden Globe (Film Drama, Attrice Drama, Attore non protagonista, Sceneggiatura), 3 SAG (Cast, Attrice, Attore non protagonista), 5 Bafta (Film, Film britannico, Attrice, Attore non protagonista, Sceneggiatura originale)
La forma dell’acqua:
2 Golden Globe (Regia, colonna sonora), 4 Critics’ Choice Awards (Film, Regia, Scenografia, Colonna sonora), PGA, DGA, 3 Bafta (Regia, colonna sonora, scenografia)
Scappa – Get Out:
1 Critics’ Choice Award (Sceneggiatura originale), WGA (Sceneggiatura originale)
Se numericamente il film di Jordan Peele pare svantaggiato, la vittoria ai premi del sindacato sceneggiatori sembra presagire un legame negli ultimi anni indissolubile tra miglior film e miglior scrittura, spezzato soltanto nel 2011 (almeno dall’instaurazione del nuovo sistema di voto) da The Artist. Se il film scritto e diretto da Martin McDonagh potrebbe soffrire difatti di generali controversie sulla tematica affrontata (peraltro attualissima) e sugli attacchi di razzismo insiti nel discusso personaggio di Sam Rockwell, a beneficiarne potrebbero proprio essere i lungometraggi socially relevant di Peele e di Guillermo del Toro, quest’ultimo favola dark, politica e progressista che ben potrebbe sposare due correnti parallele e contrarie dell’Academy in lento cambiamento: l’omaggio al mondo del cinema e il dispiegamento di tematiche sociali attuali come l’accettazione e l’ode al diverso in un mondo di odio così vicino all’America trumpista contemporanea. Alla fine, è sempre e soltanto un questione di politica. Anche agli Oscar.

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