Di Simone Fabriziani
Dopo i risultati incoraggianti dei PGA e dei SAG, è tempo di tirare le fila dello stato in cui si trova la stagione dei premi, incastrata in una curiosa corsa a tre: se la critica statunitense e internazionale si è arroccata su C’era una volta…a Hollywood (3 Golden Globe, 4 Critics’ Choice), i primi premi dell’industria hanno cantato una canzone differente.
Il sindacato montatori ha premiato a sorpresa, nella categoria del film drammatico, il sud-coreano Parasite, riconfermato anche come miglior cast agli Screen Actors Guild Awards; un dato assolutamente storico per un film non in lingua inglese. SE nelle prossime settimane otterrà il riconoscimento anche del sindacato sceneggiatori (Writers Guild, dove è candidato come originale, nonostante l’assenza di Tarantino), potrebbe seguire la interessante combo SAG + WGA che aveva permesso un po in sordina a Il caso Spotlight di trionfare al miglior film agli Academy Awards del 2016, battendo guarda caso il lungometraggio che aveva conquistato il PGA…
…Che quest’anno è stato assegnato a 1917; già forte di 2 Golden Globe (film drammatico, regia), il war movie diretto da Sam Mendes sembra il frontrunner statistico ai 92° Academy Awards. Riuscirà a conquistare nelle prossime settimane anche il DGA dei registi e numerosi Bafta? In quel caso, fate molta attenzione alle chance in ascesa di 1917.
Al palo, almeno al momento, il nono film di Quentin Tarantino, favorito della viglia dopo le vittorie insperate ai Golden Globes e ai Critics’ Choice, ma poi deflagrato ai riconoscimenti delle guilds hollywoodiane (salvo il SAG assegnato al supporter Brad Pitt). A meno di una rimonta ai Bafta o ai DGA (al momento troppo indecifrabile), potrebbe essere fuori dai giochi per la statuetta al miglior film ai 92° Oscar.
La sfida, secondo le statistiche, è tutta tra lo stupefacente war movie di Sam Mendes e il lungometraggio non in lingua inglese più applaudito dell’anno. Che potrebbe fare la storia con la S maiuscola a febbraio.