Di Simone Fabriziani
I prossimi mesi saranno decisivi per stabilire quale sarà il titolo che metterà d’accordo gli addetti ai lavori e l’industria hollywoodiana, solitamente un buon compromesso tra forza della scrittura e delle interpretazioni (nelle ultime edizioni, Parasite e CODA docent) e una grande tematica sociale progressista e ben ancorata nella realtà contemporanea. Siamo quindi sicuri che il film semi-autobiografico di Steven Spielberg, che pure è una celebrazione del potere del cinema, non sia troppo autoreferenziale per fare il salto necessario ed accaparrarsi la statuetta maggiore?
Se non The Fabelmans, terremmo d’occhio i seguenti contender per l’Oscar al Best Picture: Everything Everywhere All At Once di Daniel Kwan e Daniel Scheinert (il più alto incasso per un film A24 in Usa e campione al box-office americano, uniformemente lodato da critica e pubblico), Women Talking di Sarah Polley, con un cast straordinario tutto al femminile capitanato da Rooney Mara, Claire Foy e Jessie Buckley; in alternativa, l’atteso e magniloquente Babylon di Damien Chazelle o il già premiatissimo a Venezia Gli spiriti dell’isola – The Banshees of Inisherin, con Colin Farrell e Brendan Gleeson.
In attesa che il New York Film Festival sveli al mondo She Said di Maria Schrader, film dedicato alle due giornaliste che hanno smascherato gli abusi di Harvey Weinstein grazie ad un articolo-denuncia che ha fatto la Storia e che, per ovvi motivi, ha cambiato per sempre l’assetto di Hollywood fuori e dietro le quinte.
Miglior film
The Fabelmans (favorito)
Everything Everywhere All At Once
Women Talking
Babylon
Gli spiriti dell’isola
Top Gun: Maverick
The Whale
Elvis
Triangle of Sadness
She Said
Tàr