Per chi segue assiduamente le Award Season da qualche decennio può dire di aver abbastanza esperienza da capire che quando si parla di polemiche per la mancanza di performer di colore tra le cinquine dei candidati si parla tendenzialmente di nulla. L’Oscar è principalmente un premio americano, il massimo riconoscimento cinematografico del mondo, creato nel 1928, quando cominciarono ad uscire nelle sale i primi film sonori, quando Gloria Swanson e Rodolfo Valentino erano miti assoluti della settima arte, quando gli attori erano considerati alla stregua di una divinità, negli anni sono stati premiati, principalmente, attori e attrici americani, o tutt’al più del Nord America.
Qualche piccola eccezione negli anni c’è stata con qualche attrice europea che è riuscita a portarsi a casa l’ambito premio; Katina Paxinou, attrice greca che vinse in una produzione americana, Anna Magnani, Ingrid Bergman, sempre per produzioni made in USA; dobbiamo arrivare a Sophia Loren, prima in assoluto a vincere per una performance non in lingua inglese nel 1961 per La Ciociara, passando per Roberto Benigni nel 1997, Marion Cotillard nel 2007 e Jean Dujardin nel 2011.
Qualche piccola eccezione negli anni c’è stata con qualche attrice europea che è riuscita a portarsi a casa l’ambito premio; Katina Paxinou, attrice greca che vinse in una produzione americana, Anna Magnani, Ingrid Bergman, sempre per produzioni made in USA; dobbiamo arrivare a Sophia Loren, prima in assoluto a vincere per una performance non in lingua inglese nel 1961 per La Ciociara, passando per Roberto Benigni nel 1997, Marion Cotillard nel 2007 e Jean Dujardin nel 2011.
Non è solo #OscarsSoWhite ma dovremmo suggerire un nuovo hashtag, ovvero #OscarsSoAmerican, considerando quante magnifiche interpretazioni di attori non americani o, peggio ancora, non in lingua inglese, almeno negli ultimi anni, sono rimaste fuori dalla cinquina, sebbene ogni tanto una piccola eccezione ci sia sempre come Marion Cotillard per Due giorni, una notte, o Javier Berdem per Biutiful, o nel passato, Catherine Deneuve per Indocina.
Charles Boyer
Durante gli anni trenta divenne famoso in Europa e negli Stati Uniti come latin lover dello schermo per la sua recitazione composta, elegante, che mandava in visibilio il pubblico femminile per una caratteristica del tutto particolare: il pulsare di una vena sulla tempia sinistra nei momenti di maggiore tensione. Attivo tra gli anni ’30 e ’40 ha ricevuto ben 4 candidature agli Oscar, senza mai riportare una vittoria. Tutte le nomination derivano da produzioni americane, sebbene sia stato attivo moltissimo anche in Europa.
Anouk Aimimeè
Vincitrice di numerosi premi come il Prix d’interprétation féminine al Festival di Cannes per il film Salto nel vuoto di Marco Bellocchio, nel 2002 le è stato conferito il Premio César onorario e nel 2003 l’Orso d’oro alla carriera al Festival di Berlino; ha ricevuto anche 1 candidatura agli Oscar per A Man and a Woman, capolavoro di Claude Lelouch
Isabelle Adjani
Considerata tra le migliori attrici francesi, è stata candidata due volte agli Oscar per la migliore attrice nel 1976 per il film Adele H. – Una storia d’amore e nel 1990 per Camille Claudel, in entrambe le occasioni avrebbe meritato di più. Con 5 Premi César su 8 nomination, è l’attrice francese che ne ha vinti di più. Ha inoltre vinto due David di Donatello, un Orso d’argento per la migliore attrice al Festival di Berlino, un Prix d’interprétation féminine al Festival di Cannes e un premio come miglior attrice protagonista ricevuto dal New York Film Critics Circle Awards.
Emmanuelle Riva
Tra le più famose e importanti attrici cinematografiche francesi la Riva si è distinta in pellicole dirette da Georges Franju, Marco Bellocchio, Krzysztof Kieslowski, Michael Haneke.
Nel 1962 ha vinto la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile alla 23ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia grazie al film Il delitto di Thérèse Desqueyroux. Nel 2013 è stata nominata al Premio Oscar come miglior attrice protagonista per Amour di Michael Haneke. Per lo stesso film vince il Premio BAFTA alla miglior attrice, l’European Film Award e il Premio César. A vincere l’Oscar quell’anno fu Jennifer Lawrence.
Giulietta Masina
Mai candidata agli Oscar, ma protagonista di due film che l’Oscar l’hanno vinto come film straniero.
In entrambi i casi ha offerto performance particolarmente sentite e meritevoli, secondo noi, anche di una vittoria: nel La strada ci intenerisce con la sua Gelsomina fragile ed indifesa, una performance che spezza il cuore ad ogni visione del film; in Le notti di Cabiria supera se stessa con una performance piena di fuoco e passione, ruolo che le vale la Palma d’Oro a Cannes e la candidatura ai BAFTA.
Liv Ullmann
Una delle più grandi attrici europee della storia e l’attrice norvegese per eccellenza. Candidata agli Oscar due volte, ha un curriculum che annovera collaborazioni con grandi nomi come Ingmar Bergman di cui era musa e moglie.Candidata alla statuetta nel 1973 per Karl e Kristina e nel 1977 L’immagine allo specchio.
Max Von Sydow
Un altro attore feticcio del Maestro Bergman Max ha avuto una lunga e gloriosa carriera costellata di grandi performance e incredibili collaborazioni. È stato nominato due volte al Premio Oscar, come miglior attore protagonista per Pelle alla conquista del mondo nel 1989 e come miglior attore non protagonista per Molto forte, incredibilmente vicino nel 2012. Un candidato ideale per un Oscar alla Carriera.
Con 3 candidature agli Oscar tra gli anni ’60 e ’80 il nostro Marcello è sicuramente l’attore che più di chiunque altro ha incarnato il prototipo di maschio italiano nel mondo, ammirato non solo per la sua avvenenza ed il suo fascino ma anche per un unico e singolare talento che l’ha reso uno degli attori italiani più prolifici. È stato per tre volte candidato all’Oscar al miglior attore: per Divorzio all’italiana (1963), per Una giornata particolare (1978) e per Oci ciornie (1988). Ha vinto 2 Golden Globe, 2 Premi BAFTA, 8 David di Donatello, 8 Nastri d’argento, 5 Globi d’oro e un Ciak d’oro. Avrebbe meritato di vincere ogni volta che è stato candidato.
Catherine Deneuve
Considerata come una delle più grandi attrici francesi la Deneuve ha esordito giovanissima e in quasi mezzo secolo di carriera si è imposta come una dele prime donne del cinema del suo paese. Attiva anche alivello internazionale ha collaborato con prestigiosi nomi sia americani che europei, riportanto sempretrionfi e lodi per le sue perofrmance. Ha vinto nel 1998 la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile alla 55ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia per Place Vendôme, un David di Donatello e 2 Premi César a fronte di 13 candidature. Nel 1992 è stata candidata al premio Oscar alla miglior attrice per il film Indocina di Régis Wargnier.
Isabelle Huppert
Autentica divinità della recitazione la Huppert sta vivendo una seconda giovinezza artistica, merito sicuramente della candidatura all’Oscar per Elle che l’ha resa ancora più nota in Europa e finalmente apprezzata anche in America. L’Oscar è uno dei premi che manca al nutrito palmarès di questa straordinaria attrice francese, ma anche senza la sua carriera è stata altrettanto brillante, comparendo in più di 100 produzioni e diventando l’attrice più nominata ai premi Cesàar con ben 16 menzioni e due vittorie. Accanto agli Oscar francesi Isabelle ha ricevuto un Globe, un BAFTA, la Plama d’Oro e la Coppa Volpi come migliore attrice, un premio onorario sia a Berlino che a Venezia.
Massimo Troisi
Attore, regista e sceneggiatore, principale esponente della nuova comicità napoletana nata agli albori degli anni settanta, soprannominato «il comico dei sentimenti» o il «Pulcinella senza maschera», è considerato uno dei maggiori interpreti nella storia del teatro e del cinema italiano. Candidato per Il postino, la sua nomination arriva dopo la sua prematura morte, lasciandoci in eredità una performance di rara bellezza e sensibilità, un ruolo che solo un artista profondo come Massimo poteva offrire ed un Oscar non sarebbe stato solo un tributo ad un grande attore ma un meritatissimo premio per una performance di altissimo livello, forse più di Nicolas Cage in Via da Las Vegas.
Nel 1998 ha recitato nel film di Walter Salles, Central do Brasil, interpretando il ruolo di Dora, che le fece ottenere la nomination all’Oscar come miglior attrice protagonista; prima di lei nessuna brasiliana era stata nominata per l’Oscar.Nel suo paese è chiamata la Regina del Teatro e della TV, e in Central Do Brasil dimostra di saperci fare anche sul grande schermo. Quell’anno vinse Gwyneth Paltrow;tutte le altre 4 candidate erano più meritevoli di lei, Fernanda su tutte.