Di Alfredo Di Domenico
Anche nei favolosi anni’80 l’Academy ha concesso copiosi Oscar a molti film, record di statuette per diversi titoli; alcuni si collocano tra i migliori della storia, altri come alcuni dei più strani Oscar mai assegnati.
Fatto sta che oggi tutti questi film godono dello status di “classici” del loro tempo anche se rivederli oggi fa ancora meno effetto di quando sono usciti; il che ci fa pensare che forse nell’anno della loro vittoria non c’era proprio niente di meglio nella categoria Miglior Film.
Come sempre andiamo per gradi partendo dal meglio:
1983 – In un anno in cui anche gli altri 4 film candidati meritavano di vincere a spuntarla c’e questo Dramedy diretto da James L.Brooks,Voglia di Tenerezza, che commuove il mondo, un film semplice, apparentemente senza pretese ma che lascia lo spettatore, anche il più cinico, con un velo di tristezza e malinconia. Il film resta addosso, cosi come impresse restano le performance di Shirley MacLaine e Jack Nicholson premiati con l’Oscar. Una Debra Winger in stato di grazia che non riceverà mai l’Oscar nemmeno negli anni successivi, sino ad oggi.
1984 – Ci sentiamo di definire Amadeus il miglior film degli anni ’80. Ambientazione, costumi, sceneggiatura, e performance, tutto in questo film raggiunge livelli altissimi; la battaglia personale di Antonio Salieri contro Mozart è avvincente e divertente, un’ammirazione /ossessione che conduce il compositore alla follia, il tutto accompagnato dalle Musiche del Genio Austriaco.Ben 8 Oscar, tra cui Film, Regia per Milos Forman, il secondo dopo quello del 1975 per Qualcuno volò sul nido del Cuculo, e attore protagonista a F. Murray Abraham. nel ruolo di Salieri. L’unica pecca fu quella di non assegnarlo anche a Tom Hulce che interpreta magistralmente Mozart.
1985 – Potremmo definire La mia Africa un polpettone di altri tempi, ma è proprio questa la sua forza, un Kolossal sullo sfondo di una magnifica Africa, una romantica e struggente storia d’amore tra la Baronessa Blixen, interpretata da una magnifica Meryl Streep e Robert Redford nei panni dell’avventuriero Finch-Hatton. Decisamente un classico, penalizzato forse da un eccessiva durata, che nonostante tutto riesce ad incantare e commuovere lo spettatore, 7 Oscar, compreso Regia a Sidney Pollack.
1987– Bernardo Bertolucci dirige questo sfarzoso film sulla vita di Pu Yi, ultimo imperatore della Cina. Primo film ad essere mai stato girato nella Città Proibita. 9 Oscar per un film epocale, un numero record condiviso con Gigi del 1985 e Il Paziente Inglese del 1996. Oscar alla Regia per Bertolucci e una valanga di Oscar Tecnici,vinti tra l’altro tutti da italiani, dai favolosi costumi, alle suggestive scenografie, dalla fotografia di Vittorio Storaro alle indimenticabili musiche di Ryūichi Sakamoto.
Passiamo al “peggio” e la decade non comincia proprio nel migliore dei modi:
1980 – Il decennio si apre con questo angosciante dramma diretto da Robert Redford, Gente Comune
Dramma familiare con Mary Tyler Moore Donald Sutherland e TimothyHutton, quest’ultimo vincitore dell’ Oscar in supporting a soli 20 anni. La storia di una famiglia allo sbando, il senso di vuoto per la perdita di un figlio, i rapporti e le dinamiche familiari, tutto molto toccante e il premio per Hutton , la regia e la sceneggiatura ci starebbero pure, ma nell’anno del capolavoro Toro Scatenato sembra quasi troppo.
1981 – Momenti di Gloria, il film ricevette sette nomination agli Oscar e ne vinse quattro, tra cui a sorpresa anche il premio Oscar come miglior film, oltre a vincere un Golden Globe e tre prestigiosi BAFTA, incluso quello al miglior film. La pellicola è ricordata soprattutto per la celebre colonna sonora del compositore greco Vangelis, che divenne in breve tempo una vera hit, venendo poi considerata e utilizzata come un inno delle grandi imprese sportive, e più in generale allo sport. Questo è quello che resta di questo film, una famosa colonna sonora e una valanga di premi nell’anno di Reds, I Predatori dell’Arca, e Sul lago Dorato.
1982 – Lord Richard Atternborough porta sullo schermo la storia di Gandhi. Il film vince la bellezza di 8 Oscar, un numero significativo considerando l’epicità e la grandezza di questo film. Tecnicamente ineccepibile, un esercizio registico notevole, come notevole è la performance di Sir Ben Kingsley premiato con un Oscar. Per la sequenza dei funerali di Gandhi, che apre il film, furono dirette ben 350 mila comparse e attualmente è la scena con il maggior numero di persone mai eseguita nella storia del cinema, entrando anche nel Guinness dei Primati. Un epico biopic che nonostante gli innegabili pregi tecnici non decolla a differenza delle Bicicletta di E.T, candidato lo stesso anno o ancora l’irresistibile Tootsie o il pluri premiato Uomini Veri vincitore di 4 statuette.
1989 – A Spasso con Daisy. Cosa ci fa un film così delizioso nella sezione worst? Effettivamente il film è molto bello, delicato, emozionate ma debole. Jessica Tandy premiata con l’Oscar è assolutamente magnifica, un Oscar avrebbe dovuto vincerlo anche Morgan Freeman, invece che il film. Qualcuno potrebbe chiedersi se il film è bello, le performance sono incredibili allora qual è il problema? Il problema è che quell’ anno c’erano film molto più belli e molto più potenti candidati che avrebbero meritato molto di più: L’attimo Fuggente, Nato il 4 Luglio e Il mio Piede Sinistro.
A metà tra il bene e il male, nella zona Grigia, ci sono due titoli che se pur costituiscono dei cult della decade il titolo di miglior film l’hanno ricevuto a discapito di altri titoli.
1986 – Con Platoon il cinema torna in Vietnam, dopo che gli anni ’70 ci avevano dato numeri esempi di film sullo stesso tema, Tornado a Casa, Apocalypse Now, Il Cacciatore in primis non si sentiva veramente la necessità di un ennesimo, asfissiante, film sul conflitto del sud est asiatico.La pellicola vinse 4 premi Oscar su 8 candidature e Oliver Stone fu premiato anche con l’Orso d’argento a Berlino come miglior regista. Nel 1998 l’American Film Institute l’ha inserito all’ottantatreesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è sceso all’ottantaseiesimo posto.
Dei quattro Oscar avremmo dato quello per il miglior film a Hannah e le sue sorelle, o anche Mission, e dato un Oscar a William Defoe e Tom Berenger, grandissimi interpreti ancora oggi senza una statuetta.
1988 – Rain Man diretto da Barry Levinson ed interpretato da Tom Cruise e Dustin Hoffman, ha vinto l’Orso d’oro al Festival internazionale del cinema di Berlino nel 1989 e si è aggiudicato quattro Oscar. Film generazionale, recitato bene e diretto magistralmente resta un cult degli anni ’80, in un annata fin troppo debole per avere una reale concorrenza. Le relazioni Pericolose, e una Donna in Carriera e Mississippi Burning – Le radici dell’odio tra i candidati di quell’anno. L’unica cosa che fa storia in questo film è la performance di Dustin Hoffman giustamente premiato come migliore attore.