Un inaspettato cambio di rotta nella sua carriera a partire da The Lincoln Lawyer, film da non sottovalutare, ha dato il via a una serie di grandi interpretazioni: senza confini, cruda e oscura quella di Killer Joe, il punto più alto di Magic Mike e di Mud, di un’intensità senza pari in Dallas Buyers Club. Estremamente efficace quella di The Wolf of Wall Street, tanto da mettere in ombra anche il protagonista Leonardo DiCaprio. E quando pensavamo che non ci avrebbe stupito ancora di più di quanto avesse già fatto, ecco arrivare True Detective.
Con un Oscar, un Golden Globe e altri 42 premi vinti, Matthew McConaughey è uno degli attori più rispettati nel panorama cinematografico contemporaneo. Il suo switch da attore di rom-com a volto dell’indie, ha fatto in modo che il cinema guadagnasse un nuovo talentuoso caratterista, da cui ci aspettiamo ancora molto, molto di più di quanto abbiamo visto in questi ultimi intensi anni della sua carriera. Nell’attesa di vederlo in una nuova incredibile veste nel nuovo film di Stephen Gaghan intitolato Gold, ecco un trittico che rappresenta i punti più alti della carriera di McConaughey fino ad ora.
Killer Joe (2011)
dir. William Friedkin
Oppresso dai debiti, contratti con i suoi fornitori di droga e che mettono in pericolo la sua stessa vita, il giovane Chris decide di approfittare delle precarie condizioni di salute dell’insopportabile e mostruosa madre – responsabile della sparizione di una scorta di sostanze stupefacenti – e di intascare il cospicuo premio che l’assicurazione pagherebbe in caso di morte della donna. E così, in combutta con l’intera famiglia, ne pianifica il diabolico omicidio e, per portarlo a termine, ingaggia Joe Cooper, un poliziotto che su commissione si trasforma in spietato assassino, con alle spalle una scia di numerosi delitti. Per portare a termine la missione, Joe chiede però i favori della sorella minore di Chris, nell’attesa che arrivino i soldi necessari per pagare il suo onorario. Quello di Matthew McConaughey è un ruolo oscuro, spietato e cinico. Una performance da fuori classe che coglie le diverse sfumature di un antieroe in atmosfere dark abilmente orchestrate da Friedkin, il papà de L’esorcista. Un ruolo chiave perché segna il periodo di svolta della carriera di McConaughey.
Dallas Buyers Club (2013)
dir. Jean-Marc Vallée
Nel 1986 a Ron Woodroof, un elettricista del Texas, viene diagnosticato l’Aids e i medici gli prospettano pochi giorni di vita. Frustrato dalla mancanza di terapie mediche ufficiali e non disposto ad accettare una condanna a morte, Woodroof trova un’ancora di salvezza nell’uso di farmaci illegali e alternativi e crea un giro di contrabbando per renderli disponibili ad altri malati di Aids. McConaughey raggiunge qui un apice recitativo e trasformativo in termini fisici, eguagliato da pochi attori contemporanei. Un puro lavoro di immedesimazione sia fisica sia psicologica che si porta a casa una delle statuette più meritate dell’ultimo decennio degli Academy.
True Detective (2014)
dir. Cary Fukunaga
Le vite dei detective Rust Cohle e Marty Hart si intrecciano inesorabilmente nella lunga caccia a un serial killer in Louisiana, durata diciassette anni. Attraverso archi temporali diversi, vengono raccontate le vite e le indagini dei due detective, dal 1995 al 2012, anno in cui il caso viene riaperto. Il personaggio di Matthew McConaughey è uno dei più belli mai visti sul piccolo schermo, e la sua è una performance dalle mille sfaccettature, calatosi alla perfezione nell’ambiente noir, dimostra nuovamente quello che sa fare. Il suo è un perfetto ritratto su schermo, uno di quei ritratti che se capovolti mostrano un altro volto sorprendendo chi guarda.
Oltre ai titoli già citati, non vanno dimenticate le performance di The Paperboy, Interstellar e La foresta dei sogni. Ma sono questi secondo voi i titoli essenziali per racchiudere la carriera di Matthew McConaughey? Dite la vostra nei commenti.