Di Edoardo Intonti
Nonostante la teoria voglia che venga premiata la miglior performance dell’anno, purtroppo entrambe le categorie supporting possono essere considerate come un “premio onorario”, consegnato a volti noti dell’Hollywood system, snobbati in passato per ruoli più meritevoli.
Ecco dunque che l’Oscar per il miglior attore o la miglior attrice non protagonista, diventeranno terreno fertile per le strategie dei vari distributori cinematografici, che proponendo fuoriclasse dello star system in una categoria meno competitiva, avranno più possibilità di far vincere il proprio candidato.
Soltanto l’anno scorso ha trionfato Viola Davis, saggiamente posizionata nella categoria supporting (nonostante fosse co-protagonista di Washington nel suo film Barriere) garantendole senza troppe sorprese la vittoria. In alcuni casi però, l’Academy decide di scommettere su un nuovo talento, garantendogli, grazie all’altisonante titolo di “vincitore dell’Oscar”, una carriera, si spera, prolifica (vedere Lupita Nyong’o). Spesso la categoria supporting è quella incaricata di mantenere un’equilibrio, spesso solo simbolico, nella proposta differenziata di Hollywood, che dopo lo scandalo “Oscar So White”, ben si guarda dal non includere minoranze tra i nomi proposti.
I più maligni indicano così la presenza quasi obbligatoria di Hong Chau per Downsizing e Mary J. Blige per Mudbound, nonostante siano due performance effettivamente notevoli. Sicura la presenza di Allison Janney, veterana televisiva, ed volto noto in alcuni dei più grandi eventi cinematografici degli ultimi anni (The Help, The Hours, American Beuty, ecc). Anche la pellicola di Greta Gerwig può contare quasi certamente almeno la nomination per sulla veterana Laurie Metcalf, già vincitrice di un Emmy e di un Tony Award per ruoli sempre da caratterista. Holly Hunter, già nominata in altre quattro occasioni (due solo nel 1993, che la videro vincitrice per The Piano) rappresenta la nostra ultima predizione quasi sicura, unica nomination per The Big Sick, nonostante il grande successo al botteghino.
Non è ancora detta l’ultima parola, e nonostante alcuni nomi risultino ormai fuori dai giochi (Melissa Leo o Octavia Spencer), marzo risulta ancora lontano, e la strada per l’Oscar è disseminata di diversi premi secondari che ben presto renderanno la situazione più chiara.
Predizioni:
Laurie Metcalf, “Lady Bird”
Allison Janney, “I, Tonya”
Holly Hunter, “The Big Sick”
Hong Chau, “Downsizing”
Mary J. Blige, “Mudbound”
Alternative:
Melissa Leo, “Novitiate”
Vicky Krieps, “Phantom Thread”
Octavia Spencer, “The Shape of Water”
Nicole Kidman, “The Killing of a Sacred Deer”
Kristin Scott Thomas, “L’ora più buia”
Claire Foy, “Breathe”
Tatiana Maslany, “Stronger”