Di Daniele Ambrosini
La categoria degli Oscar dedicata ai registi è diventata molto interessante negli ultimi anni, soprattutto per l’ampio respiro internazionale che sta assumendo, diventando una categoria sempre più inclusiva. Basti pensare che degli ultimi nove vincitori della statuetta l’unico americano è Damien Chazelle (anche se quasi tutti e nove hanno vinto per produzioni americane), e che lo scorso anno ben tre registi stranieri erano candidati (contro due americani) e due di loro, Alfonso Cuaron e Paweł Pawlikowski, lo erano per film non in lingua inglese. Un risultato straordinario. Il numero di votanti stranieri in categoria da allora è aumentato ancora di più, questo potrebbe garantire una corsa più fresca e divertente.
In pole position per una candidatura c’è Martin Scorsese per The Irishman, è davvero difficile che Netflix alle sue spalle e l’enorme stima e ammirazione guadagnata nel corso degli anni nell’industria non si traducano in una nomination per il suo lavoro più apprezzato degli ultimi anni. Segue a ruota Bong Joon-ho, nome fino a poco tempo fa quasi impensabile da pronosticare ma che è diventato uno dei favoriti grazie ad un film, Parasite, che sta conquistando tutti, dai critici al pubblico generalista (i numeri del box office sono eccezionali), e che ha gli elementi giusti per fare presa sia sui votanti internazionali che sugli hollywoodiani tradizionalisti. Altro nome abbastanza sicuro è quello di Quentin Tarantino, apprezzato in lungo e in largo e in passato già dimostratosi forte in casa Academy, nonostante lo scivolone di The Hateful Eight.
Segue in ordine di probabilità Sam Mendes, il cui film è stato girato con una serie di piani sequenza combinati per sembrare un’unica lunghissima inquadratura, un po’ come Birdman. 1917 non è stato ancora presentato, ma è difficile che un tale sfoggio di tecnica e maestria venga lasciato fuori dalla categoria. Ultimo posto della nostra ipotetica cinquina va al neozelandese Taika Waititi per il suo Jojo Rabbit, crowd pleaser elegante che ha alle spalle la Fox Searchlight (ovvero la Disney) e potrebbe conquistare il cuore di molti spettatori e giurati nonostante le critiche ricevute a Toronto (non dissimili da quelle ricevute da Green Book a dire il vero).
Alternativa di peso è Noah Baumbach, che dirige un film minuziosissimo ed estremamente funzionale dove la regia è talmente poco invadente da rischiare di passare quasi in secondo piano, ed è un peccato perché la regia leggera ma attentissima di Baumbach meriterebbe molto, ma forse non è abbastanza sensazionale per Hollywood. Tanto, forse troppo, sensazionale è invece Todd Phillips che con il suo Joker ha fatto tanto parlare, ma quale sarà la ricezione da parte degli Academy di tutto il rumore fatto dal film è ancora da vedere. Minori possibilità sembrano averle Greta Gerwig, Fernando Meirelles e Jay Roach, ma chissà che uno di loro non si insinui nella cinquina finale.
Predizioni
Martin Scorsese – The Irishman
Bong Joon-ho – Parasite
Quentin Tarantino – C’era una volta a… Hollywood
Sam Mendes – 1917
Taika Waititi – Jojo Rabbit
Alternative
Noah Baumbach – Storia di un matrimonio
Todd Phillips – Joker
Jay Roach – Bombshell
Greta Gerwig – Piccole Donne
Fernando Meirelles – I due papi
Marielle Heller – A Beautiful Day in the Neighborhood
James Mangold – Le Mans ’66 – La grande sfida