Di Daniele Ambrosini
Di meravigliosi script originali quest’anno ce ne sono a bizzeffe tra cui poter scegliere, c’è solo l’imbarazzo della scelta, una qualsiasi combinazione casuale di cinque titoli tra quelli in corsa per una nomination creerebbe una cinquina di candidati più che dignitosa. Ma alcune di queste acclamate sceneggiature originali sono destinate a restare fuori dalle nomination agli Oscar, purtroppo, ed altre hanno più possibilità di altre di rientrarci.
Quasi sicuro di una nomination è Noah Baumbach con il suo Storia di un matrimonio, l’autore, ormai ampiamente riconosciuto tra le penne più interessanti di Hollywood, in passato ha ottenuto una sola nomination in categoria per la sceneggiatura de Il calamaro e la balena, una seconda candidatura sembra quasi dovuta e Netflix, che sa come fare campagna, sicuramente spingerà molto per un premio in questa categoria. Altro nome praticamente inamovibile è quello di Bong Joon-ho che con il suo apprezzatissimo, brillante e folle script di Parasite conquisterà sicuramente il favore dei nuovi giurati internazionali, ma anche quello dei votanti americani di categoria, solitamente più attenti alle novità, ai film indipendenti e ai fenomeni internazionali delle altre sezioni dell’Academy. Quasi impossibile, poi, appare che il due volte vincitore della statuetta Quentin Tarantino non rientri per C’era una volta a… Hollywood, tra i film più apprezzati e pronosticati della stagione cinematografica.
Il quarto posto della nostra ipotetica cinquina va a The Farewell, film indipendente enormemente apprezzato dalla critica che ha avuto anche un buon riscontro di pubblico al box office. Il film di Lulu Wang è il vero asso nella manica della A24, casa che potrà non essere riuscita a far ottenere la nomination ad Ethan Hawke lo scorso anno, ma che è riuscita a far rientrare tra i candidati alla miglior sceneggiatura originale lo script di First Reformed, un film molto più piccolo, con un riscontro di pubblico decisamente più limitato e un apprezzamento da parte della critica simile, ma che è arrivato dopo un esordio in sordina, un film che ha saputo costruire sulla lunga distanza. In poche parole, The Farewell è in buone mani e la strada alla nomination sembra già spianata. Più difficile è il discorso sul quinto slot della categoria, perché sono davvero tanti i titoli a contenderselo ma noi vogliamo azzardare una scommessa: Cena con delitto – Knives Out di Rian Johnson. Il film con Daniel Craig ha ottenuto un ottimo riscontro da parte della critica e se il riscontro di pubblico sarà positivo come suggeriscono le proiezioni, allora il gioco sarà fatto. Potrà sembrare un azzardo, ma stiamo pur sempre parlando di un prodotto corale destinato ad una grande visibilità che ha alle spalle uno studio e che può contare anche sul supporto della critica, e non è poco.
Altri contendenti piuttosto agguerriti sono il team tutto al femminile dietro a La rivincita delle sfigate (un più degno Booksmart per il mercato USA), Jordan Peele per Noi, Robert Eggers per il suo apprezzato ma forse troppo indie The Lighthouse, lo script politico (e quindi rilevante) di Bombshell, Pedro Almodovar per il personalissimo Dolor y Gloria (due film stranieri in cinquina nello stesso anno? Gli Academy forse non sono così lungimiranti), e Dolemite Is My Name. Minori possibilità sembrano averle la sceneggiatura terapeutica e sperimentale di Honey Boy, il ritorno dietro la macchina da presa di Terrence Malick e 1917, ma tutto è ancora possibile in questa categoria incredibilmente competitiva
Predizioni
Storia di un matrimonio – Noah Baumbach
Parasite – Bong Joon-ho
C’era una volta a… Hollywood – Quentin Tarantino
The Farewell – Lulu Wang
Knives Out – Rian Johnson
Alternative
Bombshell – Charles Randolph
La rivincita delle sfigate – Emily Halpern, Sarah Haskins, Susanna Fogel, Katie Silberman
The Lighthouse – Robert Eggers, Max Eggers
Noi – Jordan Peele
Dolor y Gloria – Pedro Almodovar
Dolemite is my name – Scott Alexander, Larry Karaszewski
Honey Boy – Shia LaBeouf
A Hidden Life – Terrence Malick
1917 – Sam Mendes, Krysty Wilson-Cairns