Di Simone Fabriziani
Dove eravamo rimasti?
Tredici anni fa il campione di incassi Disney-Pixar Alla Ricerca di Nemo faceva sfracelli al box-office mondiale e si portava a casa un Oscar e, per la gioia di grandi e piccini, ma ricongiungimento padre-figlio fu più applaudito quell’anno nelle sale cinematografiche. Purtroppo la seconda ondata di pellicole Pixar ha prodotto, seppur intervallata da ottimi prodotti, da sequel dei maggiori successi dei primi anni; e le disavventure del pesciolino Nemo e compagni non fanno eccezione.
Cosa accadrebbe se, un anno esatto dopo le disavventure del primo capitolo, la dolce ma smemorata Dory (in originale una strepitosa e frizzante Ellen DeGeneres) volesse intraprendere una seconda traversata dell’Oceano Pacifico per ritrovare i suoi genitori? Marlin e Nemo la seguirebbero nuovamente in questa folle impresa? E dove li porterà questo viaggio verso l’ignoto e l’incertezza?
La risposta: in un improbabile Museo Oceanografico!
Nonostante il lavoro di Andrew Stanton alla sua seconda volta a tirare le fila delle avventure subacquee targate Pixar sia inevitabilmente derivativo e abbondantemente autocitazionista nel richiamare contesti, situazioni e battute esilaranti del primo capitolo cinematografico, il divertimento e la commozione per i protagonisti rimane miracolosamente intatta.
Il senso di famiglia, di appartenenza è ancora un tema carissimo alla Disney-Pixar, e nell’avventura smemorina dedicata a Dory entra nella narrazione in maniera ancora più prepotente; se nel primo film la ricerca di appartenenza partiva da un padre disperato per la scomparsa improvvisa del figlio, qui il viaggio fisico e narrativo si dipana al contrario, chiudendo un ideale cerchio con il precedente campione di incassi: è la figlia che, lottando contro le frequenti perdite di memoria a breve termine, ricompatta un puzzle di ricordi sfocati, immagini, suggestioni e dettagli per ritornare a “casa”, un posto dove appartenere ed essere amati incondizionatamente.
Aiutato da un ritmo incalzante ed avventuroso, Alla Ricerca di Dory si conferma probabilmente il miglior sequel di casa Pixar dai tempi dell’eccellente “Toy Story 3” del 2010; derivativo e forse poco originale certo, eppure commovente, ironico ed incalzante e, positivamente, familiare, E non è da poco.
VOTO: 3/5