Di Simone Fabriziani
Le dimensioni non contano.
Cosi recita la tagline del film che non soltanto introduce allo sguardo dello spettatore vergine le avventurose peripezie dell’”uomo-formica”, ma apre le porte dell’universo cinematografico Marvel a quella che gli Studios hanno già definito la “Fase 3” apertasi con le vicende raccontate in Avengers: Age of Ultron. E non poteva aprirsi in modo migliore questa nuova fase…
Dopo l’abbandono del progetto cinematografico da parte di Edgar Wright (che in ogni caso firma la sceneggiatura assieme al sodale Joe Cornish), prende il timone di quella che sembra già una pellicola destinata al flop l’inedito Peyton Reed (avvezzo nella sua carriera da regista a commedie di successo come “Abbasso l’Amore-Down with Love”, “Ti Odio, Ti Lascio, Ti…”, “Yes Man”) che colora la’avventura cinematografica del piccolo grande uomo formica della Marvel di toni che virano sapientemente dalla commedia alla parodia, dal farsesco alla pura adrenalina che soltanto un comic book movie può regalare, e il risultato è uno dei prodotti più freschi che i Marvel Studios abbiano realizzato negli ultimi anni.
Curioso anche come per la prima volta per la Casa delle Idee il fulcro narrativo giaccia in un vero e proprio passaggio di testimone tra la vecchia guardia e la nuova: un anziano e disilluso Hank Pym aka l’Ant-Man originale (un ironico e ritrovato Michael Douglas) si trova costretto a salvare la sua azienda dalle grinfie di un collega che vuole usare la sua tecnologia per creare un esercito di soldati-insetto capaci di rovesciare le sorti del mondo, a rimettere insieme i pezzi di un rapporto doloroso con una figlia distante (una convincente Evangeline Lilly, rediviva dopo la trilogia de “Lo Hobbit” e la serie tv di culto “Lost”) e a scovare un giovane spiantato dalle incredibili doti da scassinatore per offrirgli la possibilità di rivedere sua figlia e una vita decisamente…migliore. Entra in scena cosi la rivelazione della pellicola, un ironico Paul Rudd aka Scott Lang aka il nuovo Ant-Man; totalmente asservito con diligenza e una forte carica di autoironia nel ruolo che lo porterà probabilmente alla consacrazione finale di Hollywood (come se già le innumerevoli commedie ha cui ha prestato la sua verve comica non fossero tuttavia abbastanza…), è lui il cuore pulsante e il propulsore principale di quello che speriamo possa essere un successo di pubblico anche in Italia ( vi ricordiamo che il film sarà nelle sale nostrane il prossimo 12 Agosto).
Un po “heist movie” (film di rapina), un po parodia di un certo modo di fare e vedere i supereroi che tanto ricorda gli anni d’oro dei 60-70, un po classico prodotto Marvel per tutte le età e per tutti i fan vecchi e nuovi, Ant-Man riesce nell’impresa poco semplice di introdurre un eroe Marvel poco conosciuto ai più in un annata cinematografica già fagocitata dai colleghi Avengers caricando la pellicola in questione con tanta ironia, azione, divertimento e un incrementato senso di collegamento narrativo con l’Universo Cinematografico Marvel che farà sbavare i fan più accaniti (nuovi e vecchi personaggi faranno capolino nel film più di una volta, e attenzione a rimanere fino ai titoli di coda!).
Alla fine, rimane la sensazione di aver visto un ottimo comic book movie che fa del passaggio di testimone tra i due eroi il cuore pulsante del suo successo: continuare a lottare per tenerci strette le persone che più amiamo è forse il potere più grande che un supereroe possiede, anche se le dimensioni, spesso addirittura subatomiche, non dovessero contare.
VOTO: 3/5