Antlers: Spirito insaziabile – La recensione dell’horror prodotto da Guillermo del Toro

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Di Dario Ghezzi

Una maestra, in una piccola provincia dell’Oregon, viene coinvolta nella misteriosa situazione famigliare di Lucas. Suo padre e suo fratello, infatti, sembrano aver contratto una malattia sconosciuta che li porta ad una aggressività fuori dal comune. La donna e suo fratello, lo sceriffo del paese, cercheranno di scoprire la verità scontrandosi con una creatura ancestrale che mieterà sempre più vittime.

Questa è la trama di Antlers- Spirito Insaziabile diretto da Scott Cooper e prodotto da Guillermo Del Toro adattamento per il grande schermo del racconto The Quiet Boy di Nick Antosca. Il film trae spunto dalle leggende del folklore americano, in questo caso ispirandosi alla figura del Wendigo ma finisce per trasformare una creatura che trae le sue radici nell’antica in un “alien” qualsiasi, non approfondendo poi più di tanto la sua leggenda e le motivazioni che lo spingono a colpire. 

Quello che colpisce di Antlers è sicuramente uno sguardo agli horror anni ’80, con scene chiaramente raccapriccianti e sanguinolente. Sono tante le immagini violente, corpi mangiati e dilaniati nella pellicola che, però, più che un senso di disgusto non generano altro. Tantomeno paura. Antlers resta, quindi, un horror in cui tutto avviene senza motivazione e la sceneggiatura risulta spesso lacunosa, nonostante vari innesti cerchino di dargli profondità. Inserire il passato di abusi della protagonista per avvicinarla alla vicenda di Lucas è sicuramente un tentativo di creare empatia col pubblico e voler accumunare i due destini. 

In un certo senso, questo accade ma sicuramente in maniera semplicistica. Sicuramente un pregio di Antlers è la fotografia. Il buio domina, il colore predominante è il blu e le sue tonalità. E, non trascurabili sono le performance del cast principale composto da Keri Russell, Jesse Plemons e Jeremy T. Thomas. 

Dal 28 ottobre nelle sale italiane con Searchlight Pictures

VOTO: ★★


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