Di Gabriele La Spina
Dopo averci introdotto pienamente alle vite delle famiglie di Monterey, la mini serie diretta da Jean-Marc Vallée, giunta al suo terzo episodio, esplora in modo più analitico le problematiche psicologiche dei suoi protagonisti. Questo appuntamento si concentra infatti particolarmente sui personaggi di Celeste e Renata, interpretati dalle notevoli Nicole Kidman e Laura Dern.
“Oh, Mrs Dalloway, dai sempre feste per coprire il silenzio” enunciava uno dei personaggi del romanzo di Michael Cunnigam “Le ore”, e in un certo senso Renata, ricalca un po’ lo stereotipo incarnato dalla signora Dalloway di Virginia Woolf, emblema della borghesia inglese di inizio ‘900, così come il personaggio interpretato da Laura Dern è una parodia quasi estrema della borghesia americana di oggi. Arriva la festa di compleanno di Amabella, mentre Celeste e Perry decidono di andare alla loro prima seduta di coppia, Madeline scopre che la figlia maggiore ha deciso di vivere con il padre, mentre Jane svela finalmente il suo passato, un terribile stupro da cui ha avuto Ziggy, che continua a rivere continuamente nei suoi incubi. Momenti di grande drammaticità vedono protagoniste Reese Witherspoon, Shailene Woodley e Nicole Kidman. Se quest’ultima offre una performance di grande impatto nella seduta di coppia terapeutica al fianco di Alexander Skarsgard, una scena per cui già l’attrice meriterebbe un Emmy, la Witherspoon continua a dimostrarsi la perfetta incarnazione del suo personaggio, con le sue ansie e paure dell’aver sbagliato tutto nel suo mestiere di madre.
Il gala a tema Elvis e Audrey si avvicina all’orizzonte e con esso il mistero riguardante l’omicidio che ha aperto la serie. Come in una perfetta partita di Cluedo cominciamo a tirare nomi in ballo, Jane possiede una pistola per difendersi nel caso del ritorno del suo stupratore, l’odio di Madeline per Bonnie è ormai viscerale, così come quello di Renata per il trio delle protagoniste, mentre Celeste teme per la sua vita a causa delle continue violenze del marito. Chi avrà premuto il grilletto? Big Little Lies riesce abilmente a fomentare pian piano il fattore curiosità, ma contemporaneamente mescola l’ironia satirica sull’americano medio di oggi alla malinconia celata.
Voto: 8/10