Big Little Lies 1×05 “Once Bitten” – La recensione

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Di Gabriele La Spina

Soltanto due episodi ci separano dal finale di stagione, momento in cui ogni quesito di Big Little Lies avrà una risposta. Ormai entrati nel pieno delle vite dei protagonisti, dopo averci illustrato i profili psicologici di ogni personaggio, la miniserie dalla penna di David E. Kelly scava ancora più in profondità nelle fondamenta delle gabbie dorate dove vivono, con tutte le loro fragilità, i cittadini di Monterey.

Potrebbe essere definito in miglior episodio dei cinque mandati in onda finora, questo che prende il titolo di “Once Bitten”, ed è proprio il morso sulla spalla di Amabella, scoperto quasi per caso dalla madre Renata, a sgretolare ogni certezza di Jane, ormai sempre più sospettosa della sanità del figlio Ziggy. Shailene Woodley, nei panni della giovane Jane, è protagonista di uno dei momenti più emblematici e poetici della regia di Jean-Marc Vallée: mentre Jane corre in spiaggia dando libero sfogo alla sua rabbia, immagina il suo aggressore spuntare dal nulla, come in un circuito d’addestramento di un poligono di tiro, sola e sperduta vede apparire accanto a sé Madeline e Celeste, quasi come i suoi “angeli guida”, e dall’immaginazione si passa alla realtà e le tre si accomodano nel solito ristorante dove svariate volte i vicini ficcanaso, nei flashback interrogati dalla polizia riguardo il misterioso omicidio che chiuderà la serie, le hanno più volte origliate. Madeline riesce a escogitare un piano per incontrare colui che potrebbe essere lo stupratore di Jane, e lei lo incontrerà alla fine dell’episodio dove non ci viene ancora svelato cosa è accaduto tra i due, la prima però è vittima di un incidente d’auto con il regista teatrale con cui ha avuto una relazione extraconiugale, da cui entrambi ne uscono illesi. 
Nel frattempo Celeste fa ancora i conti con il suo matrimonio a pezzi, e alle spalle del marito Perry, si reca da sola dalla terapista, dove dà libero sfogo alle sue paure. Qui Nicole Kidman ci regala uno dei momenti più forti e intensi visti finora in Big Little Lies, dando prova che un’attrice che migra verso il piccolo schermo può trovare terreno fertile per poter elaborare la sua performance modo più approfondito e calibrato, visto il superiore minutaggio rispetto a una pellicola. 
Con l’ausilio di slow motion e flashback, Jean-Marc Vallée confeziona nuovamente in modo elegante l’episodio, con un uso quasi ossessivo della ripetizione, gioca con il fattore mistero svelando alcuni particolari delle scene, i risultati della azioni dei protagonisti, solo in un momento temporale successivo. La sua regia mira spesse volte alla concretizzazione dell’immaginazione dei suoi personaggi ma il più delle volte anche dello spettatore, anticpandolo, tanto da poter essere definito come un “terapista” dello schermo. 
VOTO: 9/10