Di Simone Fabriziani
Quando il malvagio narcisista di Gotham, Roman Sionis, e il suo zelante braccio destro, Zsasz, prendono di mira la piccola Cass, la città viene messa sotto sopra per trovarla. Le strade di Harley, Huntress, Black Canary e Renee Montoya si incrociano, e l’improbabile quartetto non ha altra scelta che allearsi per sconfiggere Roman. Da giovedì 6 febbraio nelle sale italiane arriva Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn), sequel non dichiarato del fortunato, almeno al botteghino, Suicide Squad del 2016.
Ma badate bene, nonostante riprenda le fila del discorso legato alla folle protagonista con il volto della candidata all’Oscar Margot Robbie, nulla del precedente cinecomic diretto da David Ayer viene riproposto, così come nessuno dei personaggi precedenti: ora, Harley Quinn ha rotto definitivamente con il Mr J di Jared Leto, ed è in cerca di una nuova emancipazione personale; riuscirà la folle eroina a cavarsela da sola, lontana dalla relaziona di dipendenza che aveva per il Clown del Crimine? A far vadere a tutti di che pasta è fatta Harley ci penserà un intrigo legato ad un preziosissimo diamante, la mala di Gotham City e il controllo della città. Una missione che spetterà ad un improbabile gruppo di donne con le palle costretto a collaborare assieme per sconfiggere i piani del perfido boss della criminalità Roman Sionis, alias Black Mask.
Lontano dalle ambizioni fallite e dalla seriosità del poco omogeneo gruppo di anti-eroi di Suicide Squad, Birds of Prey, diretto dalla giovane cineasta Cathy Yan e scritto da Christina Hodson è più una divertita dichiarazione di intenti che vuole lasciare un segno distintivo e anarchico in quello che è stato, sul piano produttivo e narrativo, un fallimento di sorta. L’universo condiviso firmato DC Entertainment che ha raggruppato eroi come Batman, Superman, Wonder Woman, Aquaman e gli antieroi capeggiati da Harley Quinn e il Joker di Leto ha fatto storcere la bocca dei tantissimi fan e non ha raccolto sufficienti consensi da parte della critica Usa. Non c’è quindi maniera migliore di far ripartire l’universo narrativo condiviso con una scanzonata storia di female empowerment.
La forza di Birds of Prey, difatti, sta nell’aver saputo accostare ingenuità sostanziali di racconto da fumetto puro e duro senza tradire l’assetto dei titoli precedenti che lo hanno in un certo modo fatto “nascere”, coniugano le urgenze di una industria cinematografica funestata negli ultimi anni dal movimento sociale del #MeToo e dalla fame di lungometraggi e progetti per il grande schermo incentrati personaggi femminili forti ed indipendenti. Ed ecco quindi che il primo passo, ancor prima di film totalmente dedicato alla Marvel Studios, lo fa la DC Entertainment introducendo personaggi appartenenti all’universo a fumetti di Gotham City poco conosciuti ed esplorati.
A recitare divertiti in questo slapstick action a tratti divertentissimo, oltre alla Robbie, il cast femminile composto da Mary Elizabeth Winstead, Rosie Perez, Ella Jay Basco e Journee Smallett-Bell. Preso letteralmente e figurativamente a schiaffi il cast maschile tutto, passato e presente, a partire da succose frecciatine al Bruce Wayne di Ben Affleck al Joker di Leto, fino ai clowneschi e sopra le righe Ewan McGregor e Chris Messina.
VOTO: 6,5/10