Di Simone Fabriziani
Curiosissimo quest’ultimo tassello dell’Universo Cinematografico Marvel, difficile veramente inserirlo appropriatamente in una continuity narrativa che gli sta, ma forse fin troppo stretta questa volta.
Sequel diretto del poco riuscito Avengers: Age of Ultron? O del secondo capitolo esclusivamente dedicato all’integerrimo Capitan America, The Winter Soldier?
Cambia il timoniere, anzi cambiano: non più il prolifico Joss Whedon, autore dei primi due capitoli di “Avengers”, ma il timone passa dunque a Anthony e Joe Russo, già convincenti registi di “The Winter Soldier”, il più bel film della “Fase 2” dell’UCM per azione, scopo e tensione narrativa; perché diciamoci la verità: a parte due o tre assenze piuttosto ingiustificate, siamo di fronte al seguito naturale delle catastrofiche conseguenze del climax di “Age of Ultron” nell’immaginaria Sokovia.
Dopo la catastrofe provocata da Ultron e dai Vendicatori nel climax del film precedente, le organizzazioni politiche internazionali corrono ai ripari: quante altre vite innocenti verranno spezzate nell’ennesimo scontro tra titani con superpoteri se non si agisce immantinente?
Verranno proposti al nutrito gruppo di Avengers (ma mancano misteriosamente all’appello Thor e Hulk) degli Accordi politici che limiteranno gli interventi dei paladini mascherati; l’alternativa è la pensione forzata da ogni tipo di attività che sia lontanamente legata a salvare il mondo dall’ennesima minaccia. Alcuni saranno in propensi a seguire la linea politicizzata, altri si opporranno strenuamente alla strumentalizzazione dei Vendicatori.
E mentre una minacciosa ombra dal passato di Tony Stark/Iron Man e Steve Rogers/Captain America si allunga sulle loro vite, lo scontro tra le due linee di pensiero costringe i vigilanti a ridefinire cosa sia un eroe e cosa sacrificherebbero per combattere in quell’ideale: sarà l’inizio di una guerra civile tra supereroi dai risvolti imprevedibili.
Se abbiamo esordito all’inizio della nostra Recensione con una evidente difficoltà ad inquadrare la pellicola anche in relazione ai film precedenti ad essa legata, è soprattutto per il fatto che il film dei Fratelli Russo possiede una doppia anima: una squisitamente “caciarona” e fin troppo legata a botte da orbi, lotte mozzafiato e acrobazie impossibili (veramente imprescindibili per ogni cinecomic che si rispetti), l’altra invece è totalmente intimista, risolta diremmo in un dilemma etico tra due leader per nulla comuni; stiamo parlando della dicotomia tra Stark e Rogers, qui i veri cuori (stavolta due!) pulsanti dell’intera vicenda; perché l’inganno alla fine è credere che la risoluzione alla guerra interna sia tutta in un (pur divertente) scontro all’aeroporto tra le due fazioni. Non è cosi.
Se fa dispiacere non avere il tempo di conoscere, sorridere con e di loro e apprezzare i nuovi personaggi introdotti (non solo l’intrigante Black Panther/Chadwick Boseman ma anche un divertente ed inedito Spider-Man/Tom Holland, per ragion narrativa introdotto qui ma sprecato impietosamente più avanti nella storia) né di comprendere appieno le ragioni delle due fazioni e del perché scelgano di schierarsi apertamente, fa oltremodo piacere invece scoprire come lo scontro (sia di ideali che brutalmente fisico) si risolva tra due anima ineditamente tormentate e sorprendentemente legate al loro oscuro passato: è qui che Robert Downey Jr. e Chris Evans danno il meglio di sé, nei loro ritratti più commoventi e cristallini della loro pur lunga esperienza nell’Universo Marvel espanso.
L’applauso maggiore va a loro due, capaci di aver donato una metà oscura ai loro paladini in una guerra civile di lacrime, sudore e tanti ideali che bruciano in una trama ricchissima oltremondo, di cui non vi sveleremo nulla di più per il puro piacere di lasciarvi scoprire con i vostri occhi le numerose sorprese e colpi di scena che ci ha riservato il terzo capitolo del Capitano più famoso della Casa delle Idee.
VOTO: 3/5