CRIMSON PEAK- La Recensione

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Di Francesco Vagnarelli
Il genio visionario di Guillermo del Toro torna sul grande schermo con un film fiabesco ed inquietante, che setaccia leggende e paure ancestrali.
Da quando è salito alle luci della ribalta con il capolavoro: “Il Labirinto del Fauno”, Del Toro ci ha abituati ad una narrazione onirica, pacata, in cui l’orrore non si pone sfacciatamente agli occhi dello spettatore, ma si manifesta tra le pieghe della storia, elegante e sinuoso. Come nelle più grandi tragedie della letteratura, non vi è scampo se non nel finale. L’inquietudine, il mistero, la paura non sono concentrati in sporadici momenti, in attimi che fanno saltare sulla sedia ma che poi si dimenticano con un risolino. No. L’orrore di Del Toro, al contrario, fa rimanere ben saldi sulla poltrona, consapevoli che l’unica via possibile è quella di essere inghiottiti da esso, così come è inghiottita la protagonista (interpretata da un’eccellente Mia Wasikowska). Ritorna qui un altro elemento di Del Toro, ovvero la commistione fra la paura e la fiaba. Se nel suo capolavoro il retroterra leggendario era quello della sua terra natia, qui si rifà alla cultura e all’ambientazione europea.  E cosa c’è di più europeo di un maniero diroccato, in cima ad una collina, perennemente tagliato fuori dalla civiltà? Ed è esattamente ciò che il regista ci propone, offrendoci un’ambientazione che rappresenta il sogno di chiunque abbia passato la propria infanzia leggendo libri su streghe e vampiri. Ciò che fa la differenza, tuttavia, è che le fiabe, così come le conosciamo, sono spesso edulcorate, ingentilite. I risvolti più oscuri e scandalosi sono eliminati. Qui, ovviamente, no. Sono proprio questi elementi a costituire lo scheletro stesso della narrazione, e Del Toro li lascia affiorare casualmente durante la pellicola, fino alla completa manifestazione finale. Dal punto di vista stilistico, la fotografia e le inquadrature sono un capolavoro. Ogni fotogramma è un quadro, ogni dettaglio studiato, ogni colore evocativo. La bravura degli attori, fra tutti una superba Jessica Chastain, fa fare il salto di qualità. Unica pecca è forse proprio il finale, e non perché sia tirato via o campato in aria, ma perché, sebbene inquietante, è abbastanza prevedibile.
Guillermo Del Toro riesce nell’impresa di realizzare un film horror che non sia una pellicola di serie B. E ci riesce facendo leva sulle paure ancestrali, sulle leggende popolari e su uno scontro fra “Eros” e “Thanatos” dai caratteri sconvolgenti.
Voto 4/5

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