Estranei, la recensione del film con Paul Mescal e Andrew Scott
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Di Simone Fabriziani
Una notte, nel palazzo semivuoto di Londra in cui abita, lo sceneggiatore Adam (Andrew Scott) ha un incontro fortuito con il misterioso vicino di casa Harry (Paul Mescal). I due cominciano a conoscersi meglio, finché Adam non accompagna Harry nella sua casa d’infanzia, dove quest’ultimo scopre che i genitori creduti morti da tempo di cui Sdam gli aveva sempre raccontato (Claire Foy e Jamie Bell) sono entrambi vivi e sembrano avere la stessa età del giorno in cui sono scomparsi, più di trent’anni fa. Un incipit narrativo di grandissima forza ed appeal quello di Estranei, nuovo film scritto e diretto da Andrew Haigh, che grazie a titoli cinetelevisivi come Looking e Weekend ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama cinematografico queer di ieri e di oggi.
Abbiamo visto l’atteso Estranei (All of Us Strangers) in anteprima italiana alla 18° Festa del Cinema di Roma, dove è stato presentato come evento di chiusura della sezione Alice Nella Città. Un liberissimo adattamento del romanzo cult omonimo dello scrittore giapponese Taichi Yamada, che già aveva ispirato un film particolarmente fedele nel 1987, The Discarnates. Haigh prende le pagine di Estranei e le spoglia del loro scheletro narrativo di ghost story pura e dura, restituendo al fascino inesauribile delle parole del romanzo una riflessione semi-autobiografica dell’esperienza del regista/sceneggiatore come adolescente omosessuale cresciuto negli anni ’80, a suon di Frankie Goes To Hollywood e Pet Shop Boys.
Il rapporto conflittuale con due genitori vecchio stampo, una crescita difficile e carica di lacrime segrete e sofferenza incompresa, la solitudine dell’essere queer ieri ed oggi, l’impossibilità di travalicare le insidie di un trauma (quello della perdita prematura di un padre e di una madre), tutti contenuti che Estranei attraversa, amplifica ed affronta superando i legacci di un romanzo che di queer aveva ben poco. Operando dunque un percorso di adattamento da letteratura a cinema che riflettesse le urgenze e la poetica dell’autore dietro la macchina da presa, All Of Us Strangers si attesta infine come summa artistica di una carriera da regista e sceneggiatore per Haigh di efficacia e feroce commozione che ha già rapito il cuore degli spettatori e della critica di settore che applaudito il film con Andrew Scott e Paul Mescal ai Festival di Telluride, Toronto e Londra.
Estranei è sì un’oscura e dolorosa storia di fantasmi nella sua sola superfice narrativa, eppure al contempo Andrew Haigh la avvolge di una tenerezza ed una compassione per i suoi due protagonisti (una coppia, quella formata da Scott e Mescal, al massimo delle loro capacità espressive e recitative) che abbraccia in maniera impressionante ed universale la difficile esperienza queer di giovani ed adolescenti di ieri e di oggi, tra arretratezze famigliari, fobie interiorizzare e coming out di potenze deflagranti.
Un’esperienza generazionale che nel film distribuito da Searchlight Pictures si tramuta in racconto di spettri personali e volti famigliari che pensavamo di conoscere; un microcosmo cinematografico, quello messo in scena da Haigh, fatto di solitudini ed insondabili silenzi, di estranei che bussano alla porta di casa e di presenze fantasmatiche che non cessano di infestare mente e psiche. Estranei è, a tutti gli effetti, la storia di scheletri nell’armadio che ancora trovano ingombrante posto in tante, troppe esperienze di crescita passate e presenti di giovani lgbtq+ alla ricerca di una propria identità, di un abbraccio paterno, di una comprensione materna, di un amore a cui poter appartenere per sempre.
Estranei è stato presentato in anteprima italiana alla 18° Festa del Cinema di Roma nella sezione Alice Nella Città, e arriverà prossimamente nelle sale italiane con Searchlight Pictures.