Ferrari, recensione a caldo del film con Adam Driver e Penelope Cruz in concorso a Venezia 80

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Di Massimo Vozza

Chi come noi è alla ricerca di film biografici atipici, titoli basati su eventi accaduti davvero che trovano una nuova e interessante luce nelle mani di importanti cineasti che li sanno trasformare in opere, con Ferrari resterà deluso.

Michael Mann racconta la storia del famoso imprenditorie italiano soffermandosi sì su un periodo specifico della sua vita (la Mille Miglia del 1957) ma la sensazione della condensazione degli eventi in una sorta di pagina di Wikipedia audiovisiva si fa comunque sentire: non c’è mai un guizzo registico, un virtuosismo di qualunque genere, che porti ad elevare Ferrari a un prodotto degno di partecipare in concorso alla Mostra del cinema di Venezia. 
E non c’è mai un approfondimento che vada oltre al “sentito dire” o alla mera ricostruzione dei fatti, non andando mai a scardinare l’umanità dei personaggi coinvolti neanche davanti alle tragedie (seppur non manchi qualche pianto e urlo qua e là). 

Le stesse scene della Mille Miglia soffrono il confronto con altri registi tendenzialmente più visionari che hanno trattato il mondo delle corse automobilistiche. Il cast infine, capitanato da Adam Driver e da Penelope Cruz, pare il più delle volte fuori ruolo, ripiegato in quei ritratti italiani stereotipati che definitivamente con House of Gucci (sempre con Driver) hanno non poco stancato, sia Hollywood ma soprattutto noi.

Ferrari arriverà prossimamente nelle sale italiane con 01 Distribution, Rai Cinema e Leone Film Group

VOTO: ★★


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