Di Alfredo Di Domenico
Prodotta dai premi Oscar Brian Grazer, Ron Howard e trasmessa da National Geographic, la serie Genius racconta la vita di Albert Einstein partendo dall’ottenimento della cattedra e del dottorato fino alla scoperta e alla pubblicazione della teoria della relatività ed è tratta dal libro Einstein, His Life and Universe di Walter Isaacson.
I titoli di apertura tradiscono un immane sforzo e sfarzo della produzione; oltre ai sopracitati executive, compaiono nomi degni delle più importanti produzioni cinematografiche di oggi come Hans Zimmer alle musiche e nel cast Geoffrey Rush ed Emily Watson.
I titoli di apertura tradiscono un immane sforzo e sfarzo della produzione; oltre ai sopracitati executive, compaiono nomi degni delle più importanti produzioni cinematografiche di oggi come Hans Zimmer alle musiche e nel cast Geoffrey Rush ed Emily Watson.
La prima puntata di Genius porta sicuramente alla memoria vicende tormentate come quella John Nash o Alan Turing, grandi personalità del loro tempo, ingabbiati da una società retrograda che non lascia loro il giusto spazio per esprimersi. Ma la storia del padre della fisica moderna prende una piega diversa.
Una narrazione, non propriamente lineare ma comunque fluida, ci porta avanti e indietro nel tempo facendoci rivivere non solo il periodo pre-occupazione nazista, che contraddistingue l’età adulta di Einstein, ma l’adolescenza ed i drammi giovanili e familiari del futuro genio. Geoffrey Rush, sempre fenomenale nelle sue interpretazioni, non manca, anche in questa occasione, di manifestarsi in tutta la sua grandezza, accompagnato da una sempre efficace Emily Watson nei panni della “prima moglie”. Ad interpretare Einstein da giovane c’è invece il semisconosciuto Johnny Flynn, che offre una performance credibile e intensa già dal primo episodio. Interessante ed avvincente, la serie si presenta con grandi potenzialità, sia artistiche che tecniche che, speriamo, non vengano disattese nel corso delle puntate successive.
Il primo episodio della serie è diretto proprio dal regista di A Beautiful Mind, Ron Howard e si conclude con la partenza di Einstein per l’America. I prossimi episodi dovrebbero trattare del coinvolgimento di Einstein nel progetto “Manhattan”. La seconda stagione della serie, già in programma per National Geographic, si concentrerà sulla vita di un altro “genio” della storia.
VOTO: 8,5/10